Murat Yakin, solido e roccioso difensore, dal campo di gioco del Basilea e della nazionale Svizzera alla panchina alla guida del Thun, neopromosso nella Super League
Un nuovo nome nella categoria allenatori emergenti? Murat Yakin. Lo ricordavamo come un solido e roccioso difensore nel Basilea e nella nazionale svizzera, e oggi lo ritroviamo, con identico carisma, sulla panchina del Thun neopromosso nella Super League.
Ciò che colpisce nel più anziano dei fratelli Yakin (l’altro, Hakan, è ancora in attività e attualmente è al comando della classifica marcatori svizzera) è la capacità di trasmettere la propria personalità alla squadra. Il suo Thun corre, lotta e sbuffa senza però mai dimenticarsi – e questa appare come la novità più interessante – di giocare a calcio. Poco importa che l’avversario sia un candidato alla retrocessione quale il San Gallo o uno al titolo come il Basilea; il Thun scende sempre in campo per vincere, o almeno per provare a farlo. E non si arrende nemmeno quando si trova sotto di due gol, come a Neuchatel, campo espugnato 3-2.
Yakin, che ha iniziato la carriera di allenatore nel Concordia Basilea, è approdato sulla panchina del Thun la scorsa stagione ed ha saputo centrato la promozione in Super League. Sebbene qualitativamente non superiore al favorito Lugano, la squadra del Canton Bernese non ha mai fallito negli scontri diretti né negli appuntamenti topici della stagione. Come all’ultima di campionato, quando un perentorio 6-2 in casa del Gossau ha sancito il definitivo sorpasso sui ticinesi, bloccati sul pari casalingo dal modesto Vaduz.
Giunto nella massima divisione elvetica, Yakin sta confermando pienamente la propria abilità nell’estrarre il meglio da una rosa di qualità tutt’altro che eccelsa. Il mercato estivo ha privato il Thun dell’emergente centrocampista Kukuruzovic, passato allo Zurigo, ma è rimasto il fantasista argentino Scarione a creare gioco partendo alle spalle della punta oppure largo a sinistra nel 4-2-3-1 (che a volte diventa 4-3-3) predisposto dal tecnico di origini turche.
In estate il Thun ha pescato, per ovvie ragioni finanziarie, quasi esclusivamente dalle serie minori. Sbagliando però pochissimo: il lungagnone tedesco Proschwitz, lo scorso anno capocannoniere della Challenge League con 23 reti, è già andato a segno 4 volte nelle prime 7 partite, mentre l’esterno classe 89 Heidiger, il mediano Bättig (già titolare nella squadra dello scorso anno) e il portiere Da Costa si sogno segnalati per l’elevato rendimento. Decisamente bizzarra, a questo proposito, la situazione di quest’ultimo, passato nel giro di pochi mesi da scarto del Chiasso in Prima Lega (la serie C svizzera) a titolare in Super League.
Età media di 25.5 anni, unica squadra imbattuta in Super League dopo sette giornate, Lachen Stadion tornato pieno dopo i fasti dell’epoca di Champions (lontana appena cinque anni, ma nel calcio odierno sembrano una vita): il Thun è una piccola gemma, oltre che, come scrive il giornalista svizzero Paolo Galli su Il Giornale del Popolo, “una squadra con avvenire, proprio come il suo brillante condottiero”.