L'evento televisivo di ieri è stato senza dubbio "
Vieni via con me" di
Fazio e
Saviano, condito dal monologo di
Roberto Benigni. Come molti, l'ho guardato anch'io, ma se devo esservi sinceri era per aspettare il dopo.
Eh sì, perché in programmazione c'era "
Correva l'anno", una delle poche trasmissioni della Rai che ancora mi fanno digerire il canone pubblico. Mi piace l'idea di quel programma di prendere un tema e di svilupparlo in un arco temporale, contrassegnato dallo scandire quasi grafico degli anni. Ma se vi parlo di "Correva l'anno" è perché ieri sera era concentrato sullo sport nell'epoca fascista.
Che dire? Stupendo. Con immagini meravigliose dell'Italia campione del mondo nel '34 e '38, delle Olimpiadi di Berlino e di quelle precedenti a Los Angeles, dove l'Italia sportiva conquistava 12 ori. Splendido lo spezzone originale dell'intervista a Luigi Beccali, vincitore su 1500 metri con record olimpico. E che dire del primo piano di Hitler mentre, nel 1936, Ondina Valla vinceva gli 80 ostacoli a Berlino?
Bellissimo anche quello. Così come i fotogrammi cinematografici del decadente
Primo Carnera o il mito di
Tazio Nuvolari raccontato perfettamente.
In tutto questo tripudio di complimenti, ho però tre annotazioni da fare. Primo: è possibile mandare in onda sempre così tardi (ore 23,30) uno dei pochi programmi dignitosi dell'inguardabile Rai di oggi popolata da portaborse e bagasce? E di così breve nella durata, con l'acquolina in bocca e ancora tanta fame di immagini. Secondo: perché
Paolo Mieli, che stimo moltissimo come giornalista e storico, non ha approfondito di più la parte sportiva? In fin dei conti vale il cinema o l'automobile come fenomeno di costume del Novecento. Terzo: ho sentito ieri il presidente del Coni
Petrucci fare un intervento a Sky Sport 24 parlando dell'impegno dello sport verso le scuole. Si batta perché queste immagini, e in genere la ricerca storica sullo sport, possa approdare con piena dignità nelle aule universitarie, dalle quali è sempre rimasta esclusa.