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Primo numero, prima querela, se è record assoluto, non è dato sapersi, ma certo è che il Guerin Sportivo, fedele alla sua filosofia del non mandarle a dire, si fece riconoscere fin da subito. La notizia emerge da un’attenta ricerca online sul formidabile archivio del settimanale La Stampa, che nel lontano 1912, anno di nascita del GS, faceva sapere di un commento firmato da Nino Salvaneschi, uno dei sei fondatori del settimanale, il quale aveva fatto infuriare l’aviatore Umberto Savoia. Il pezzo incriminato si intitolava “Il Ribelle” e Savoia (di cognome, nulla a che fare con la famiglia reale) aveva chiesto una pronta smentita all’autore, nella quale chiedeva le scuse, altrimenti avrebbe potuto anche arrivarea sfidarlo a duello, cosa del tutto usuale a quel tempo. «Nell’assumere la responsabilità dell’articoletto» si legge su La Stampa del 13 gennaio 1912 «con lealtà, sull’onore mio di cittadino e di scrittore nego l’offesa (in neretto nel testo) poiché io non ebbi assolutamente l’intenzione di offendere il tenente Savoia quale aviatore soldato ma volli solo che in quest’ora nazionalistica che travolge ogni sentimento, affermare il desiderio degli sportsmen che il tenente Savoia, il primo e il migliore dei nostri aviatori, ritorni alle sue conquiste aeree». Va spiegato che si trattava di un periodo in cui l’opinione pubblica era divisa a metà tra l’intervenire nella guerra Italo-Turca di Libia (come poi avvenne) e il restare alla finestra. Savoia, tra le altre cose, è anche uno degli studenti del Liceo Massimo d’Azeglio che nel novembre del 1897 avevano messo la firma sull’atto di fondazionedello Sport Club Juventus. Non basta: nel numero 4 del Guerin Sportivo (che tra 13 mesi taglierà il traguardo del Centenario) ci fu un’altra “grana”: l’aviatore Ernesto Cavalchini chiese una smentita sulla notizia della vendita di apparecchi Farman forniti al corpo aviatori e spacciati come nuovi, semplicemente perché lo stesso ingegner Cavalchini, uno dei pionieri del volo, aveva informato l’acquirente che si trattava di velivoli usati. Altra curiosa precisazione su La Stampa del 3 dicembre 1921: il ristoratore Giuseppe Cucco aveva portato in tribunale il Guerino perché in un articolo satirico riferito al Carnevale di Torino, aveva riferito la voce che nel suo locale fosse servita carne di cane… Davanti al Giudice Majola, presidente del Tribunale, il querelante, dopo accordo con l’avvocato difensore del Guerin Sportivo, Edoardo Dagasso, decise di recedere e, scrive La Stampa «così, colla querela, è sepolta questa polemica… da cani!». Di Davide Rota