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Azzurri in bianco e al verde

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27 - Contro la Francia l'Italia si schiera con la maglia bianca per due motivi: il primo è finanziario, perché le maglie colorate costerebbero sette centesimi di lira più di quelle bianche, il secondo è quello di lanciare un messaggio distensivo alla Pro Vercelli...
La prima maglia della Nazionale non è azzurra, ma non per motici ideologici. Semplicemente il budget della FIGC è risicato e c'è pessimismo circa l'incasso che si riuscirà ad ottenere all'Arena di Milano. In mancanza di proposte sul colore, Meazza tira fuori dal cilindro l'idea di giocare in bianco. Per due motivi: il primo è quello finanziario (le maglie colorate costerebbero sette centesimi di lira più di quelle bianche), il secondo è quello di lanciare un messaggio distensivo alla Pro Vercelli (le cui maglie sono appunto bianche) in modo da poterne convocare i giocatori in futuro. La partita con la Francia è un successo inaspettato di pubblico, quattromila persone, oltre che sportivo: i bianchi d'Italia vincono 6 a 2 e si conquistano qualche riga su quotidiani generalisti ben diversi da quelli del 2011. Poche pagine piene di politica faziosa e piena di messaggi mafiosi (in questo non sono diversi, effettivamente), cultura, pesantissimi reportage e romanzi a puntate. L'entusiasmo dura poco, perché 11 giorni dopo i fasti milanesi la Nazionale si presenta a Budapest e viene travolta 6-1 dall'Ungheria. Di queste partite non vale la pena parlare, mentre è interessante ricordare che La FIGC non ha i soldi per prenotare un vagone letto per Budapest e così un viaggio di due giorni e due notti viene vissuto stando in piedi o sdraiati nei corridoi del treno. La federazione è un'emanazione diretta delle società e nei posti di comando ci sono tutti loro uomini, ma questo non toglie che i grandi club vedano con antipatia e crescente fastidio questa attività azzurra (al momento bianca). Nonostante le richieste di Meazza si guardano bene dal contribuire alle spese e così le prime uscite della Nazionale avvengono al risparmio. Solo grandi eventi come i Giochi Olimpici ed un nazionalismo di origine certo non sportiva riusciranno a rendere dignitosi i bilanci federali. Stefano Olivari stefano@indiscreto.it