46 - Nel 1921 i club più importanti cominciano a premere sulla FIGC per una riduzione delle squadre partecipanti alla Prima Divisione, ormai arrivate al numero di 88. E il loro progetto di riforma porta la firma di Vittorio Pozzo...
E' ormai diventato chiaro, anche nell'Italia del 1921, che quantità e qualità raramente vanno di pari passo. Così i club più importanti cominciano a premere sulla FIGC per una riduzione delle squadre partecipanti alla Prima Divisione. La federazione è colpevole di questa deriva solo fino a un certo punto, visto che sono i comitati regionali ad avere il coltello dalla parte del manico e a pretendere fasi eliminatorie sempre più lunghe e complesse. Alla fine, fra fallimenti e iscrizioni dell'ultima ora, la Prima Divisione 1920-21 è stata caratterizzata dalla partecipazione di 88 (!) squadre, delle quali 64 al torneo del Nord divise nei vari gironi. Di questo malcontento si fa interprete Vittorio Pozzo, che elabora un progetto di riforma molto chiaro. Il progetto prevede l'eliminazione delle eliminatorie regionali e la loro sostituzione con due macro-gironi da 12 squadre ciascuno in una prima fase riguardanti solo il Nord, con possibilità negli anni successivi di inglobare le migliori squadre del Centro-Sud. Il secondo punto fondamentale del progetto Pozzo prevede la reintroduzione, in forma rigida e non più soggetta a cambiamenti a campionato in corso, delle retrocessioni. L'idea di fondo del c.t. futuro bicampione mondiale è quella di arrivare a un girone unico nazionale, come accade in Inghilterra e come in Italia è in fondo già stato fatto nella stagione 1909-10. Grandi sponsor di Pozzo sono le grandi, come abbiamo detto, le cui spese sono ormai molto lontane da quelle del semiprofessionismo. Insomma, i più forti vogliono giocare fra di loro. Ma i più deboli, come è ovvio, non ci stanno. (46-continua)
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