Tema caldo del giorno, l'atterraggio dell'«Aeroplanino»
Montella sulla panchina della Roma.
Ranieri, dopo quattro sconfitte consecutive, ha detto basta: la cocente rimonta subita contro il Genoa lo ha convinto a dimettersi. Un partita strana, stranissima, quella di Marassi, che ha sancito la conclusione dell'avventura - a tratti splendida - di Ranieri a Trigoria, ma ha pure visto il ritorno al gol di
Alberto Paloschi. Che forse si sentirà un briciolo in colpa, però dopo aver trascorso il 2010 in infermeria più che in campo (colpa della crescita, 5 centimetri guadagnati fanno male sia ai portieri che alle giunture) sentiva il bisogno di buttarla dentro di nuovo. Per recuperare il tempo perso, poi, ha voluto strafare, siglando la prima doppietta in Serie A.
Che difficilmente scorderà: ha buona memoria, anzi ottima, al punto da ricordarsi persino la prima partita giocata. Bonate Sotto-Cividatese 10-0, lui aveva sei anni ma quella batosta non l'ha dimenticata. E, nel caso in cui la memoria dovesse fare cilecca, ecco pronto un altro rimedio: un tatuaggio, indelebile, in modo da prevenire qualsiasi amnesia. Sul bicipite sinistro il numero 17, in cinese, perché nella prima amichevole con il Milan lo aveva sulle spalle, poi tre stelle sulla pancia, a simboleggiare la tripletta rifilata al Genoa nella finale del campionato Allievi 2006-07.
Al tempo, Paloschi aveva appena 17 anni.
Nato a Chiari il 4 gennaio 1990 e cresciuto a Cividate al Piano, qualche chilometro più ad ovest, il suo futuro era nel segno del gol. Eppure aveva iniziato all'ala, salvo poi essere convertito da uno dei suoi primi allenatori, Belloli, in centravanti. Gol a grappoli, ma l'Atalanta lo scarta. Il Milan no: ad undici anni supera un provino con i rossoneri, e la settimana dopo gioca contro il Piacenza segnando due reti.
Il gol all'esordio, piacevole consuetudine per Paloschi, che si ripete con la prima squadra: Coppa Italia, contro il Catania, e pallone in rete sul finire del 2007.
Anno nuovo, e replica sempre contro il Catania, sempre in Coppa Italia, ma la grande occasione arriva mentre Paloschi è impegnato con la Primavera in Coppa Carnevale, a Viareggio. Assieme a Davide Ancelotti, figlio di Carlo e suo compagno di stanza, sta seguendo Fiorentina-Milan: Gilardino viene ammonito e squalificato perché sotto diffida, Pato segna ma poi la caviglia sinistra fa crac, ed ecco la profezia del più giovane degli Ancelotti: «Vedrai, Alberto che papà ti chiama». Detto, fatto: Ancelotti senior convoca Paloschi e, contro il Siena, lo butta nella mischia al 18' della ripresa, rassicurandolo: «Adesso entri e segni». Dote di famiglia, quella degli Ancelotti, di prevedere il futuro, perché dopo 18 secondi il pallone è in rete, e Paloschi festeggia il primo gol in A.
Tra il primo gol e la prima doppietta tre anni, per farne tre in una volta sola si augura di non dover aspettare così tanto. Crescita permettendo, l'impressione è che ci riuscirà.
di Antonio Giusto