Jonas Valanciunas ha la caratteristica principale dei fuoriclasse: ogni volta che lo vedi giocare ti sembra più forte di quella prececedente, anche se quella precedente è stata solo due giorni prima. Il modo in cui il centro lituano ha dominato il Mondiale Under 19 di basket è stato imbarazzante, riportando ai tempi in cui il gioco di ogni squadra si appoggiava sui centri ed era avvicinamento a canestro (quindi gioco, quindi pallacanestro) invece che tiro a segno. Nella finale vista ieri sera la prima scelta (quinta assoluta) dei Toronto Raptors all'ultimo draft NBA senza mai dare l'impressione di forzare ha stampato nel canestro serbo 36 punti tirando con il 72,2% e trasmettendo una sensazione di energia clamorosa che ha trascinato anche compagni comunque di altissimo livello (in particolare il playmaker Cizauskas e la guardia Ulanovas) contro una Serbia fisicamente a terra che non ha trovato la serata di tiro della vita per battere l'aggressiva difesa a zona lituana. Valanciunas. dicevamo. Che tre anni fa in Italia esaltò all'Europeo Under 16 (oro lituano), ripetendosi nel 2010 a quello Under 18 (oro lituano). Adesso in Lettonia, nella manifestazione più importante ha fatto il tris associando anche il terzo premio come MVP del torneo. Insomma, un fenomeno tutt'altro che sconosciuto ma comunque ancora in possesso di quei margini di miglioramento (nel tiro dalla media distanza, soprattutto, ma anche nei passaggi di tocco) che fanno impazzire gli scout NBA ancora più delle qualità del giocatore affermato. Magari non ci sarà una stagione NBA e Valanciunas troverà una situazione europea per crescere o rimarrà al Lietuvos Rytas, probabile che sia protagonista anche all'Europeo dei grandi in Lituania da fine agosto (quello dove l'Italia di Pianigiani e dei tre tenori dovrà lottare per sognare almeno il torneo pre-olimpico), di sicuro in quella posizione e in Europa solo Arvydas Sabonis (il cui figlio Tautvydas, discreta ala, ha fatto parte da riserva dell'Under 19 campione) a 19 anni era più forte. Impossibile poi un confronto stilistico, visto che le mani dell'immenso Sabas ne facevano più un creatore di gioco che un centro mazzolatore. Sul piano tecnico questo Mondiale ha dato indicazioni molto positive, la prima generazione di giovani con l'arco a 6,75 sta giocando più a basket rispetto a quelle che l'hanno preceduta. Non a caso sono ricomparsi le difese a zona, a livello giovanile comunque mai davvero sparite, il gioco in post basso, le azioni che coinvolgono tutta la squadra. Solo segnali, ma che fanno ben sperare. Poi i fenomeni alla Valanciunas sarebbero fenomeni con qualsiasi filosofia di gioco.
Stefano Olivari
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