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I Philadelphia 76ers e il fenomeno Allen Iverson

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I 76ers sono una squadra che troppo spesso ha fatto sognare i propri fans con stagioni incredibili e bagni di folla delirante, ma che altrettanto spesso è mancata all'atto della consacrazione finale, di generazione in generazione, di decennio in decennio. Dopo il titolo NBA vinto nel 1956 dai Philadelphia Warriors e il successivo trasferimento della franchigia a San Francisco nel 1962, a Philly sono arrivati i Syracuse Nationals, tramutandosi nei Philadelphia 76ers, che subito richiamarono nella Città dell'Amore Fraterno il suo più prodigo figliolo cestista, ovvero Wilt Chamberlain, nativo philadelphiano e uno dei centri più dominanti della storia del gioco. Purtroppo per loro però incapparono nella squadra più forte e mentalmente preparata di tutta la storia NBA, i Boston Celtics di Red Auerbach, capaci di vincere undici titoli in tredici anni tra il 1957 e il 1969, di cui otto consecutivi, una bella disdetta per una ottima e potenzialmente dominante squadra come i Sixers di quegli anni, che riuscirono a vincere un solo Titolo NBA nel 1967. Stessa cosa accadde una decina di anni più tardi, quando a Philadelphia arrivò dai New York Nets Julius "Doctor J" Erving, che entusiasmò le folle con le sue "house calls" schiacciate in testa a chiunque, ma che riuscì pure lui a portare una sola volta i Sixers al titolo NBA, nel 1983, dopo tre Finals e altrettante Eastern Finals e Semifinals perse. Il terzo ciclo di Sixers capace di fare vibrare la città arrivò nel 1996, con l'avvento di Allen Iverson, the real sensation di quegli anni. Oltre che un immenso fenomeno cestistico, Iverson fu anche un fenomeno sociale e culturale, una icona di vita per milioni di afro-americani e di giovani adolescenti nel mondo, ruolo del quale rimase, qualche anno più tardi mentre la sua carriera volgeva al termine, vittima e prigioniero. Quei Sixers con Iverson e coach Larry Brown arrivarono svariate volte ai playoff dal 1998 fino al 2006, raggiungendo nel 2001, in una memorabile marcia nella Eastern Conference, la Finale NBA, finendo ancora una volta contro la corazzata Los Angeles Lakers, campioni uscenti e futuri campioni anche l'anno successivo. I Sixers catturarono una incredibile vittoria all'overtime in Garauno allo Staples Center di Los Angeles, con 48 punti di un favoloso Iverson, ma cedettero di schianto nelle partite successive, sotto il peso degli infortuni e del dominio sotto canestro di Shaquille O'Neal. I Sixers sono forse la più fedele fotografia dello sport philadelphiano. A tutt'oggi i Sixers si barcamenano nella Eastern Conference in dignitosa mediocrità, qualche fugace e ingloriosa apparizione al primo turno di playoff, e nient'altro, abbandonati al loro destino da quel pubblico che una volta li aveva amati alla follia. Daniele Vecchi