La Coppa Italia (chiamarla Tim Cup proprio non mi riesce) d’un tratto torna ad essere una posta in palio importante. D’altronde, arrivati in semifinale, a scontrarsi erano i pesi massimi del campionato: Milan e Juventus, anticamera della bollente sfida che ci attende fra 3 settimane.
Se il primo tempo si è giocato a ritmi piuttosto blandi, nella ripresa il gol (di rapina come si diceva una volta) del neo acquisto Caceres, un ottimo cavallo di ritorno, ha scombinato le carte, costringendo il Milan a una pronta reazione. La quale è giunta grazie al talento El Shaarawy, sempre sottoutilizzato dal mio punto di vista, che ha beffato un’attenta difesa juventina con un bel tiro piazzato.
Ma la Juve si è dimostrata una squadra che insegue sempre la vittoria. Dentro Vucinic (assai lezioso ma in possesso di una tecnica rara, se qualche volta provasse a tirare in porta) e Quagliarella, Giaccherini e Estigarribia all’arrembaggio dal centro o dall’esterno e poi, quando meno te lo aspetti, il colpo a effetto di Caceres, polivalente atleta, che ha dimostrato di poter giostrare pure da vice Liechsteiner. Ma sarà utile anche per far ruotare una difesa in cui Bonucci sembrato più sicuro da centrale puro (vede bene il gioco e ha ottimi piedi), Barzagli e Chiellini sono sicurezze e la copertura è garantita da Vidal o dall’efficace nuovo innesto Padoin, a 27 anni finalmente in una big.
Il Milan è parso a corto d’ossigeno, francamente opaco. Giocatori come Ambrosini o Seedorf hanno sbagliato semplici appoggi, tiri, passaggi. Ibra predica nel deserto, Emanuelson non ha ancora un ruolo definito. Thiago Silva compensa diversi errori dei compagni, Antonini e Van Bommel se non altro non fanno mancare la grinta e la determinazione. Ma l’idea è quella di una squadra non in gran forma. La Juventus, a rilento con le piccole, ha fatto il colpaccio a San Siro e con le grandi non sbaglia un colpo. Conte, poi, etichettato come sacerdote del 4-2-4 sta dimostrando una grande duttilità tattica. Tra poche settimane il replay di una gara sempre avvincente.
Gianni Gardon
Dal blog PELLEeCALAMAIO
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