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La Verità a senso unico di Zeman

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Vincendo il recupero di domani sera contro la Juve Stabia, il Pescara si porterebbe solitario al secondo posto, un punto dietro il capolista Torino e con tre di vantaggio sul Sassuolo terzo. Dunque le mani di Zeman sul campionato. Con pieno merito. Perché quando si dà spettacolo (59 reti fatte, 2.10 a partita), quando si lanciano giovani di straordinario talento (da Immobile a Insigne, da Verratti a Capuano), quando si riporta la gente allo stadio (18.000 in festa all'Adriatico per Pescara-Sassuolo, colpo d'occhio che almeno per un pomeriggio ci ha riconciliati con il calcio), quando ci si diverte facendo divertire, allora si è (quasi) sempre dalla parte della ragione. E Zeman fa bene a sottolinearlo spesso. Meno condivisibile talvolta la sua pretesa di incarnare il Verbo, l'Oracolo, l'Assoluto. Di analizzare a senso unico. Di disconoscere il lavoro altrui specie quando non collima con la propria filosofia calcistica. La crociata moralizzatrice del boemo, legittima ai tempi di Calciopoli, ormai travolge quotidianamente tutto e tutti. Senza distinzioni. Zeman non ammette altro allenatore all'infuori di se stesso. È successo anche contro il Sassuolo del "difensivista" Pea. Smontato da Zdengo prima e dopo. A torto. Prima: «In Italia si cerca soprattutto di non far giocare. Anche Pea ha questa mentalità su cui, in passato, il calcio italiano ha pure costruito parecchi successi. Io credo invece che il pubblico venga al campo per divertirsi e apprezzi le squadre che cercano di proporre sempre calcio. Come accade più di frequente all'estero». Dopo: «I neroverdi hanno disputato la partita che ci aspettavamo. Nel primo tempo, noi abbiamo giocato e loro hanno segnato. D'altronde, come si dice, il fine giustifica i mezzi. Poi però sono rimasti in dieci e, non essendo abituati, non si sono disposti bene. Abbiamo rischiato i prendere il 3-3? A me piace quando si regalano emozioni alla gente». E ancora: «L'arbitro si è inventato il rigore contro di noi. Romagnoli non ha toccato con la mano e in ogni caso l'arbitro era in posizione tale da non poter vedere. Prima, c'era un fallo netto su Insigne in occasione del loro vantaggio». Ora, glissando su Pea (non si possono certo fare 55 punti solo distruggendo il gioco degli avversari, vi pare?), siamo sicuri che, se in pieno recupero Balzano non avesse salvato a porta vuota su una conclusione di Troianiello, i tifosi pescaresi si sarebbero divertiti per l'ulteriore emozione e per i due punti in meno in saccoccia? Dubito. Ho assistito domenica allo striminzito successo del Bologna sul tremebondo Novara. Golletto sofferto a 5' dalla fine e il Dall'Ara è esploso di gioia come se si fosse vinta la Champions. Giocato male? E chissenefrega. Secondo. Il fallo da rigore contro il Pescara non era assolutamente inventato. La mano di Romagnoli è stata tanto inutile quanto evidente e sciagurata ed è probabile che sia stata vista dal guardalinee (in posizione ideale) meglio ancora che dall'arbitro. Terzo. Sul gol del Sassuolo è stato Insigne ad accorgersi in ritardo dell'inserimento sulla fascia di Gazzola (autore dell'assist per il gol di Sansone) e solo dopo che il neroverde lo aveva sopravanzato ha ingaggiato un improbabile duello fisico rimanendone sopraffatto (se fallo c'è stato, è del pescarese che ha provato ad aggrapparsi all'avversario). Quarto. Questo Pescara, comunque vada, piace da impazzire. Ecco l'unica Verità di cui Zeman può andare fiero. Sul resto, ci fumi sopra una bella sigaretta. Gianluca Grassi [poll id="40"]