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Le buone abitudini di Ibrahimovic

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Erano quasi dieci anni che Zlatan Ibrahimovic non concludeva una stagione senza vincere il campionato nazionale, comunque si vogliano giudicare a livello di squadra le stagioni 2004-2005 e 2005-2006 (per la verità sarebbero già state giudicate). Era il 2002-2003 e lo svedese giocava già benissimo in un Ajax tutt'altro che minore, che non vinse in Olanda ma che nei quarti di Champions impegnò alla morte il Milan di Ancelotti che poche settimane dopo avrebbe vinto il torneo a Manchester nella finale con la Juventus. Il problema adesso non è tanto il secondo posto dietro a una Juventus che è sempre sembrata superiore, quanto le prospettive. Il Berlusconi in declino politico salassato dal risarcimento a De Benedetti e dal crollo della pubblicità Mediaset ha dato mandato a Galliani, non da oggi, di lavorare perché i 70 milioni di ricapitalizzazione annui non diventino la normalità, quindi la realtà estiva sarà quella di colpi alla Nocerino o di campioni scontenti da agganciare con sconti, rateizzazioni, eccetera: in questa tipologia sarebbe rientrato Tevez, il cui aquisto a gennaio avrebbe dato sia lo scudetto che l'opportunità di liberarsi di Pato. Poi Berlusconi ha messo la faccia sul 'no' (in realtà nemmeno lui è un grande amante di Pato) e Galliani adesso si ritriova a dover fare mercato con paletti finanziari che non ha mai avuto in un quarto di secolo di Milan. Il mondo delle scadenze di contratto offre di tutto, da nazionali come Montolivo a incognite come Traoré (per citare due arrivi probabili), ma è chiaro che la sfida ad una Juventus rinforzata e alle grandi d'Europa va lanciata avendo altri obbiettivi. Ibrahimovic ha 31 anni ed è la prima volta nella sua carriera che entra nel merito tecnico delle squadre in cui gioca. Per come la vicenda sta venendo presentata dai media, sentiamo aria di quella che potremmo chiamare 'operazione traditore'. Cioé far sembrare una fuga per soldi quella che in realtà è solo una legittima scelta professionale: chi non vorrebbe giocare nel Real Madrid? Insomma, lo scenario è quello di un Milan costruito con intelligenza e che in qualche modo lotterà con la Juve usando le sue armi (senza pensare che Pirlo sia di là), ma che potrà trattenere il suo fuoriclasse solo al prezzo di scontentarlo. Una scelta che storicamente Berlusconi non ha mai fatto, chi ha espresso dubbi sulla linea è sempre stato accompagnato all'uscita. Stefano Olivari, 8 maggio 2012