Lugaresi-Cesena, di nuovo. Il calcio italiano è alla fine una storia di famiglia e di famiglie, a qualsiasi livello, come del resto è logico in un paese che del familismo più o meno amorale ha fatto una religione. Di sicuro il fatto che
Igor Campedelli abbia accettato l'offerta del gruppo Lugaresi-Massone, riservando buone parole soprattutto a
Giorgio Lugaresi, è una buona notizia sia per i tifosi del Cesena che per i suoi dipendenti, visto che gli acquirenti (l'operazione sarà chiusa a gennaio) hanno messo sul piatto 2 milioni come garanzia per il pagamento degli stipendi. Si chiude così l'era di Campedelli, che nel 2007 aveva rilevato la maggioranza delle azioni della società proprio da Giorgio Lugaresi, esordendo con una retrocessione in C1 ma subito dopo riportando la squadra ai livelli di vent'anni prima con una storica doppia promozione (allenatore B
isoli) e il ritorno in serie A. Una bellissima salvezza, con
Ficcadenti in panchina, poi la retrocessione e una navigazione a vista culminata con l'ingaggio del fratello
Nicola come allenatore (adesso è di nuovo Bisoli). Bravo Campedelli, ma adesso il Cesena ritorna alla sua storia: quasi mezzo secolo di storia, tanto è durata l'era Manuzzi-Lugaresi.
Dino Manuzzi diventò presidente nel 1964, dopo l'era del conte
Alberto Rognoni (fra l'altro storico proprietario del Guerin Sportivo, fra il 1953 e il 1973), e nel 1980 anche per via di problemi di salute cedette lo scettro al nipote
Edmeo Lugaresi, che ha traghettato con intelligenza il Cesena fino al 2002 prima di darlo al figlio Giorgio.