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Il non problema di Del Bosque

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La Spagna è finita, il Barcellona anche. E pazienza se al gruppo che ha giocato il miglior calcio del pianeta negli ultimi dieci anni i blaugrana aggiungeranno Neymar, mentre Del Bosque non può certo piangere per un secondo posto nella Confederations Cup. Ai campioni del mondo (con quattro 1-0 dagli ottavi alla finale), oltre che una condizione fisica di lusso manca come al solito un attaccante centrale di valore: ruolo che peraltro nel Barcellona può essere lasciato coperto da giocatori adattati, così come nella Roja. Fernando Torres, ormai 29enne, ha perso lo smalto di un tempo ma è ancora soluzione migliore, Villa e Pedro giocano meglio larghi, Soldado è chiaramente una soluzione di ripiego anche se in Confederations Cup un po' di fiducia l'ha presa. Questi gli attaccanti visti in Brasile, ma a casa non sono stati lasciati fenomeni: da Negredo a tutti gli altri, nessuno che offra più garanzie dei volti noti. Per struttura fisica e caratteristiche può rientrare nel giro il neo-juventino Llorente, che nei suoi primi 28 anni di vita mai è comunque apparso un fenomeno. E quindi? L'Italia 2006 è diventata campione del mondo con i suoi migliori realizzatori (Toni e... Materazzi!) a quota due gol. E la Spagna 2010 ne ha avuti invece cinque da Villa, capocannoniere assoluto insieme a Thomas Muller, Forlan e Sneijder. Vale tutto, con il senno di poi. Con quello di prima Del Bosque non è certo preoccupato.