Edinson Cavani lascerà il Napoli per trovare più soldi, ma forse anche più gloria (dai e dai in Champions alla lunga l'anno buono capita), al Paris Saint-Germain. Finte
lacreme napulitane, per citare la celebre canzone di
Libero Bovio, perché a un certo punto l'operazione sembrava essersi fermata e allora per ammorbidire il giocatore sono arrivati striscioni di 'tifosi' che invitavano Cavani ad andarsene. Come è noto, i tifosi di ogni squadra ambiscono a perdere il loro miglior giocatore e sono attentissimi al bilancio... Questa recita, senz'altro migliore di quelle di molti suoi film, alla fine ha quindi detto bene ad
Aurelio De Laurentiis che incasserà i 63 milioni di euro della clausola di rescissione e non rischierà un deprezzamento del giocatore. Potendolo oltretutto sostituire con un attaccante di livello, con minori pretese di ingaggio e meno vicende personali da gestire nei pressi del Vesuvio. Bene per le casse del Napoli, fra i club italiani costretti a stare in alto l'unico ad avere un bilancio in attivo, segno che i bluff di De Laurentiis sono sempre sostenuti da una strategia intelligente. Il vero punto della vicenda, in attesa di capire cosa accadrà con
Hernanes, altro obbiettivo italiano dello squalificato
Leonardo, è il fair play finanziario. Come è possibile che il Paris Sant-Germain possa spendere tutti questi soldi senza temere fra un anno (dal 2014, sulla carta, sarà obbligatorio il pareggio di bilancio) di essere escluso dall'Europa come è accaduto di recente a Malaga, Dinamo Bucarest, Partizan Belgrado e a qualche altro club di buona tradizione? Va precisato che queste squalifiche non sono state comminate per il rosso nei conti, ma per mancati pagamenti a tesserati e società. Chi dell'Uefa andrà dire agli Al Thani, che nel frattempo a livello immbiliare si sono comprati mezza Parigi e per i quali ha lavorato a lungo il figlio di
Platini, che il loro giocattolino potrà funzionare solo in Ligue 1?