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Il fuoco di Antonelli

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La morte di Andrea Antonelli ha poco in comune con quella di Marco Simoncelli, ormai quasi due anni fa a Sepang, anche se le è subito stata associata. Diversa la popolarità mondiale della competizione (la Supersport è una gara collaterale rispetto alla Superbike, che già di suo è inferiore alla Moto GP), diverso il valore dei due piloti (cosa che rende atroci i tanti tweet di improvvisati ammiratori di Antonelli), ma soprattutto diverse le condizioni della pista. In sintesi: a Volokolamsk non si doveva correre, perché se le condizioni dell'asfalto erano discutibili (tanto è vero che qualcuno ha percorso diversi giri con le gomme slick) non lo erano invece quelle della visibilità. Non si vedeva niente, le immagini televisive non mentono. Scagliarsi contro gli organizzatori, che poi sono gli stessi della MotoGp (cioé la Dorna) sarebbe la cosa mediaticamente più conveniente, per questo colpisce che i piloti pur affranti per la morte del collega e in qualche caso dell'amico non si siano nemmeno questa volta lasciati andare a reazioni del genere 'Fermiamo le corse' o 'Riflettiamo intorno a un tavolo' che invece sono generate da morti, anche casuali, del calcio. Intanto perché nessun pilota alla partenza ha alzato il braccio per segnalare una situazione di pericolo e ritardare quindi lo start: è una facoltà chiaramente prevista dal regolamento, ma nessuno se ne è avvalso. Nemmeno Antonelli. Forse la trance agonistica, più probabilmente l'idea che le gare sotto la pioggia facciano emergere 'quelli veri' senza bisogno del morto a rendere eroico il tutto. Cerchiamo, proprio come lettori, di ricordarci quante volte ci siamo emozionati di fronte ad imprese motoristiche in condizioni estreme o ai confini della follia e pensiamo alle motivazioni dei piloti che sono mille volte superiori alle nostre. Non è un caso che le poche voci davvero critiche siano state quelle di ex piloti (tranne Melandri), di gente che ha perso il sacro fuoco. Quello che Antonelli aveva ancora e che lo ha portato a morire sul campo.