Giovanni Trapattoni ha 74 anni, ma vuole continuare ad allenare. E' difficile però non pensare che le dimissioni da commissario tecnico dell'Irlanda non rappresentino il capolinea della sua carriera, a meno di accettare offerte da evangelizzatore nel terzo mondo calcistico. Dopo la sconfitta contro l'Austria è certo che gli irlandesi Brasile 2014 lo vedranno in televisione, ma vista la mediocrità della rosa è difficile dare colpe specifiche al Trap. Che in realtà alla guida dei verdi ha fatto molto bene, in rapporto al materiale umano a disposizione. Ottimo girone di qualificazione per il Mondiale 2010, con secondo posto dietro l'Italia (e due
pareggi contro la squadra campione del mondo di Lippi, negli scontri diretti) e spareggio perso contro la Francia per colpa di uno scandaloso (fallo di mano evidentissimo di
Henry nell'azione decisiva) goal di
Gallas. Ottimo anche il girone per andare a Euro 2012, con brillante e rara (solo un'altra volta nella storia l'Irlanda era arrivata alla fase finale) qualificazione. Adesso l'addio, insieme a
Tardelli, senza avere grandi colpe: quasi tutti i suoi giocatori giocano in Premier League, ma nessuno nei top club (nemmeno come riserva) e una ragione ci sarà. Nella storia di questo splendido paese sarà giudicato, com c.t., inferiore solo a
Jack Charlton, trascinatore verso Euro 1988 e due qualificazioni mondiali (1990 e 1994), e alla pari con
Mick McCarthy, l'unico irlandese (in realtà nato e cresciuto in Inghilterra, con madre inglese) dei tre. Se il commento da bar, o da pub, può essere che a 74 anni è meglio fare il nonno, la realtà del campo dice che Trapattoni è ancora un allenatore di prima fascia. Che anzi con l'Irlanda ha dimostrato di saper ottenere buoni risultati anche senza guidare corazzate. Ingiudicabili i suoi inizi al Milan, essendo di fatto sotto la tutela di
Nereo Rocco direttore tecnico, vincitore di tutto con la squadra comunque più forte nel decennio juventino 1976-1986, bravo nel quinquennio interista e nel triennio del suo ritorno in bianconero in tandem con
Boniperti, bravo con Bayern Monaco, Fiorentina, Benfica, Austria Salisburgo, i fallimenti di Trapattoni in una carriera da allenatore durata 40 anni sono soltanto tre: Cagliari e Stoccarda, esperienze troppo brevi per lasciare segni, ma soprattutto il quadriennio da c.t. azzurro con i disastrosi Mondiali 2002 (eliminazione con la Corea del Sud negli ottavi di finale) ed Europei 2004 (eliminato nella prima fase). Non sarà ricordato per grandi innovazioni tattiche e nemmeno per avere ottenuto risultati superiori al valore dei suoi giocatori, ma di sicuro mai ha venduto fumo.
Twitter @StefanoOlivari