3. Nella stessa occasione in cui Agnelli è stato intervistato, il presidente del Galatasaray Unal Aysal ha di fatto annunciato l'ennesimo progetto di Superlega. Dopo qualche anno di silenzio, grazie all'intelligente mediazione di Platini, i grandi club sono tornati alla carica ben prima della scadenza del 2018 dell'accordo attualmente in essere fra l'UEFA e l'ECA (l'associazione dei club). Un accordo che di fatto blinda la Champions League, ma appunto fino al 2018. Come sarebbe la futura Champions nella mente dei club che contano, ammesso e non concesso che il Galatasaray sia uno di questi? In sintesi, questa l'idea che sta circolando: 20 o 24 squadre, con un nucleo intoccabile di 12 grandi storiche (i 'founder' di quel vecchio progetto anni Novanta) e le ultime 4 classificate che si giocherebbero una specie di playoff promozione-retrocessione con le prime 4 della competizione organizzata dall'UEFA. Campionato con 19 o 23 partite di sola andata (quindi con tutti che almeno una volta incontrano tutti) più playoff quaeri-semifinali-finale fra le prime 8 da giocarsi in partita secca in casa della migliore classificata della stagione regolare. Ipotesi estrema, non sgradita a Real Madrid e Barcellona ma avversata dalle inglesi: partite di andata e ritorno e abbandono del torneo nazionale. Ci sarà tempo per parlarne e per minacciare. Di sicuro la UEFA così come la conosciamo oggi finirà nel 2018.
4. C'è chi sostiene che il Triplete del 2010 abbia distrutto l'Inter di Moratti, finanziariamente e tecnicamente. Una teoria curiosa, visto che le ricapitalizzazioni nerazzurre sono le stesse sia dopo i noni posti che dopo gli scudetti. Di certo sul Bayern Monaco le vittorie hanno sortito un effetto diverso, visto che Rummenigge ha annunciato che per la prima volta nella storia è stato superato il muro dei 400 milioni di euro annui di fatturato e che dal solo merchandising ne arrivano 85. Il nome sconosciuto dietro a questi successi è quello di Joerg Wacker, fra i vari dirigenti tedeschi quello che lavora sull'internazionalizzazione di un marchio a suo giudizio percepito più geograficamente definito rispetto a quelli inglesi. E quindi? Più che buoni calciatori ci mancano buoni dirigenti, ma chissà perché i 'casi' giornalistici riguardano sempre il ventenne con la cresta e mai il cinquantenne capace solo nelle pubbliche relazioni con la famiglia del presidente.
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