Ora e sempre, Moratti presidente? No, al massimo due anni. Lo sostiene
Roeslani, uno dei due soci di Thohir nell'acquisizione del 70% dell'Inter, che in un Inter club indonesiano ha parlato del futuro della società nerazzurra. Diversi i punti da sottolineare. Primo: non c'è alcuna clausola di riacquisto, come ambienti vicini a
Moratti avevano fatto scrivere. Traduzione nostra: i rapporti di forza cambieranno solo in base alla partecipazione a eventuali (sicure) ricapitalizzazioni. Secondo: Moratti sarà un presidente di facciata, finché conterà per il 30% o deciderà di staccare definitivamente la spina (a sé stesso). Del piano B abbiamo più volte parlato, ma finché la Saras non tornerà a produrre utili… Terzo: non c'è alcun grande vecchio (ma questo lo afferma Roeslani, si può anche non credergli), dal Bakrie Group ad altri, dietro alle facce che stiamo imparando a conoscere. Venendo all'aspetto calcistico, finché non sarà nominato il successore di
Branca (Leonardo sarebbe un nome che farebbe contento anche Moratti) è assurdo sparare bombe di calciomercato. Di sicuro le logiche saranno più vicine a quelle dell'Udinese che a quelle del Real Madrid. Del resto il primo acquisto di Moratti nel 1995 fu
Ganz e solo 2 anni dopo sarebbe arrivato
Ronaldo. Qualche dirigente in grado di individuare gli
Zanetti (anche lui acquisto del 1995)
di 22 anni è in circolazione comunque anche oggi.
Nemmeno l'amore paterno potrebbe far pensare a
Silvio Berlusconi che sua figlia Barbara saprebbe gestire il Milan meglio di
Galliani, per questo è probabile che la guerra fredda in seno al Milan, in piena fase di transizione (sta cambiando anche la sede sociale: da via Turati al Portello, cioè meno in centro e più vicino a San Siro), veda qualche mese di tregua. Soprattutto se
Allegri riuscirà ad arrestare la china discendente che ha preso la sua gestione, in modo da stoppare il gallianiano
Inzaghi e traghettare la panchina verso il berlusconiano, semplifichiamo ma nemmeno troppo,
Seedorf. Certo è che la libertà di manovra del passato, triangolando con gli amici di sempre (il migliore del momento è
Preziosi, al punto che qualcuno ha ipotizzato un'entrata di Galliani nel capitale del Genoa), l'amministratore delegato se la può scordare. Una vera svolta potrà avvenire solo quando qualche poltrona di prestigio, ideale per il fine carriera, si libererà.
Beretta potrebbe improvvisamente accorgersi che il lavoro (?) in Lega è diventato incompatibile con gli altri impegni...
Per la panchina rossonera dell'anno prossimo nessuno parla di
Gennaro Gattuso, che per certi aspetti potrebbe mettere d'accordo tutti. Il suo inizio di carriera in panchina è stato pessimo, poche tracce lasciate al Sion ed esonero lampo al Palermo, ma se si prende sul serio Inzaghi che finora ha allenato solo sedicenni allora nelle discussioni da bar può starci a pieno titolo anche il campione del mondo 2006. Che con un'intervista al mensile francese 'So Foot' è diventato il primo allenatore, fra quelli esonerati da
Zamparini (che in 11 anni di Palermo ne ha stipendiati 25, meriterebbe un busto in bronzo nella sede dell'AIAC), a parlare pubblicamente male del patron del Palermo definendolo 'incompetente totale' e 'ipocrita'. Cose che pensano anche altri suoi colleghi, che per rimanere nel giro non si espongono. Ma Gattuso ha quelli che
Giampaolo Pansa ha genialmente definito 'i soldi del vaffanculo', oltre che la personalità per usarli. Così, come scommessa, più facile rivederlo come commentatore tivù che su una panchina di serie A.
Twitter @StefanoOlivari