Abituati ormai agli standard della Champions League e dei principali campionati europei, facciamo sempre più fatica ad abituarci all'approssimazione e al cialtronismo con cui viene gestito quella che almeno sul piano formale sarebbe la maggior manifestazione calcistica del pianeta, cioè la Coppa del Mondo. Il Brasile sta per fare una figuraccia organizzativa storica, in Russia esiste mentre stiamo scrivendo queste righe solo uno stadio (il Luzhniki, peraltro da ristrutturare) dei dodici che ospiteranno il Mondiale, in Qatar grazie allo schiavismo 2.0 si lavora più alacremente ma non si ha ancora la minima idea della data delle partite. La fintamente ingenua dichiarazione del segretario generale della FIFA,
Jerome Valcke, a una radio francese ha aperto un caso che non si chiuderà tanto presto. Diciamo 'fintamente', perché Valcke è un pretoriano di
Blatter e uscite di questo tipo hanno lo scopo principale di sondare le reazioni del calcio che conta senza far esporre il presidentissimo. A 50 gradi non si può giocare, in giugno e luglio in Qatar questa è la temperatura diurna percepita anche se per esperienza personale possiamo dire che l'escursione termica è notevole ed è per questo che l'opzione 'calcio di mezzanotte' (nell'Europa dei diritti tivù pesanti sarebbe una prima serata, In Usa e Sudamerica pomeriggio: non malissimo...) è tuttora sul tavolo di Blatter. Certo è che giocare a novembre-dicembre 2021, come ipotizzato da Valcke, porterebbe a una rottura con l'Europa impossibile da ricomporre. Meno strampalato pensare a gennaio-febbraio 2021, magari facendo iniziare a luglio 2021 campionati nazionali e Champions League, creando gradualmente nel corso di un triennio le condizioni di calendario per un simile anticipo. Questa è la soluzione al momento più probabile. E pazienza se Qatar 2022 (o 2021, sperando in un Qatar mai) porterà ad un nuovo livello il concetto di 'cattedrali nel deserto'. La capienza totale dei 12 stadi che si stanno costruendo, con manovalanza non esattamente sindacalizzata, è infatti stando ai progetti di 530.974 spettatori. Secondo il governo qatariota nel 2013 i residenti sono stati 1.903.447. Almeno metà di questi, essendo gli uomini residenti il triplo delle donne, sono lavoratori stranieri. Una stima credibile dei qatarioti di passaporto è quindi intorno alle 900.000 unità. Questo significa che esiste più di un posto, in media, in ogni stadio mondiale, per ogni qatariota maschio. Per la Coppa del Mondo qualche tifoso straniero arriverà, ma poi? Incredibile che un uomo che nel 2022 non ci sarà presumibilmente più abbia ipotecato in questo modo il futuro dello sport più amato del mondo.