Julio Cesar in porta,
Maicon e
Maxwell sulle fasce. Se
Adriano non fosse in caduta libera, sotto vari profili, e si fosse giocato meglio la chance con l'Atletico Paranaense, con cui ha giocato anche in Coppa Libertadores (al netto dei comportamenti privati e delle frequentazioni ben sotto il livello Genni, l'attaccante avrebbe ancora qualcosa da dire), forse ci sarebbe stato anche per lui un posticino nei 23. Il Brasile scelto da
Luiz Felipe Scolari per il secondo Mondiale casalingo della sua storia dopo quello del
Maracanazo assomiglia vagamente all'Inter di Mancini: niente di male, se non parlassimo di 8 anni fa. Scherziamo ma non troppo, perché nella Selecao scelta dal c.t. campione del mondo 2002 con una squadra di qualità incredibile (il 3-5-2 è un'altra cosa se gli esterni sono Cafu e Roberto Carlos) fanno più rumore gli esclusi degli inclusi. Non ci riferiamo a vecchie glorie come Kakà e Ronaldinho, che nella convocazione in fondo credevano solo a parole (Scolari mai gli ha dato speranze, nemmeno nelle interviste), ma ai giocatori del momento, cioè quelli dell'Atletico Madrid: Miranda e Filipe Luis sono inferiori a Henrique e Dante? Ma soprattutto, considerando la presenza del grezzo Jo e della promessa (al momento mancata, per il dispiacere di Lucescu) Bernard, perché non si è gestito in maniera diversa il rapporto con Diego Costa? Che lo scorso ottobre ha scelto la Spagna, ma solo perché Scolari non gli ha mai fatto nemmeno una telefonata dopo averlo illuso con 2 convocazioni (una per l'amichevole contro l'Italia). Una squadra piena di mezzi giocatori, da Willian a Hernanes, con la superstella appannata anche mediaticamente dopo un anno strano al Barcellona: fino al 2013 Neymar era in Brasile una divinità, ben oltre i suoi meriti tecnici, oggi è un punto interrogativo. Insomma, visto il cambio di maglia di Diego Costa non si potevano fare scelte tanto diverse anche se dopo il Mondiale in caso di fallimento tutti imputeranno a Scolari la mancata chiamata di questo o quello. Questo Brasile dalla buona qualità media rischia comunque di essere il peggiore Brasile di sempre in una Coppa del Mondo, anche perché per la prima volta nella storia il calendario non è stato ben apparecchiato per la squadra di casa: l'incrocio negli ottavi di finale è con il gruppo B e questo significa Spagna o Olanda.