La recente disavventura di
Ciro Immobile a Dortmund ci offre il pretesto per riflettere su un argomento troppo spesso sottovalutato anche se decisivo per i risultati calcistici, cioè l'assistenza ai giocatori stranieri nell'inserimento in una nuova realtà. Siamo bravissimi a prendere in giro il Gomez o il Diawara di turno che non capiscono le indicazioni dell'allenatore (che a volte sa a malapena l'italiano) e prendono quantità industriali di multe per divieto di sosta, ma dimentichiamo quanto sia difficile anche solo sopravvivere senza conoscere una sola parola della lingua locale. I fatti: qualche giorno fa, nella villetta che l'ex attaccante del Torino abita a Dortmund insieme alla moglie, si è presentata la Polizei. Proprio in divisa, quella che si vede nei mille telefilm tedeschi che imperversano sulle nostre televisioni. In pratica era arrivata una segnalazione, da parte di un vicino di casa particolarmente tignoso, che gli Immobile quel giorno (domenica mattina) avevano fatto troppo rumore con la falciatrice elettrica. Usata ovviamente per tagliare l'erba del piccolo giardino, non così per sport. Gli Immobile se la sono cavata con un 'non fatelo più' e gli è andata ancora bene, perché in Germania le liti giudiziarie legate alla casa sono diffusissime e con una casistica assurda, che farebbe la gioia della Settimana Enigmistica. Parentesi: gli Immobile non parlano una parola di tedesco e non conoscono i regolamenti condominiali di Dortmund: l'ignoranza non è una giustificazione, ovviamente, ma è solo per inquadrare la vicenda. Cioè in un altro mondo rispetto a dove lo schiamazzo e il rumore fanno 'simpatia' e non maleducazione... Venendo a noi, mille volte da ex collaboratori dell'AIC abbiamo visto casi di ragazzi africani, sudamericani , ma anche europei con lingue madri molto specifiche, totalmente spaesati nell'approccio alla vita quotidiana italiana. Le società che davvero si sono poste il problema, che va ben al di là dell'affitto e delle bollette e riguarda spesso anche la famiglia, sono molto poche e anche queste poche si affidano in genere ad amici di professione, che in cambio di biglietti e di qualche favore si trasformano in autisti factotum. Ma non è ovviamente la stessa cosa che sbrigarsela da soli, al di là del fatto che Klopp punti su di lui o no (al momento in Bundesliga un gol in 5 partite, più uno in Champions). Di certo Immobile sta rimpiangendo Torino, non necessariamente il Torino, come un Aristoteles qualunque, solo che è uno dei migliori attaccanti italiani. Speriamo che alla fine esploda, come il memorabile brasiliano della Longobarda.
Twitter @StefanoOlivari