Con 4 milioni di euro si può comprare uno dei club più gloriosi d'Italia? Ancora non c'è niente di ufficiale, tanto meno sono stati versati i soldi per sistemare il presente (6 milioni entro il 15 ottobre, a cui per la ricapitalizzazione dovranno aggiungersene altri 6, oltre a una cifra sui 4 milioni per l'acquisto delle azioni di Guaraldi e soci: quindi l'esborso reale è vicino ai 16 milioni) , ma il gruppo di investitori nordamericani che ha come uomo immagine l'avvocato newyorkese
Joe Tacopina sembra avere ormai in mano il Bologna per il dispiacere di un
Massimo Zanetti (il signor Segafredo) che fino a pochi giorni fa sembrava vincitore. Il consiglio di amministrazione rossoblu, di cui fra l'altro fa parte anche
Gianni Morandi (che però nell'occasione non ha votato), ha scelto fra le due offerte: quella bolognese (Zanetti è veneto di nascita, ma a Bologna ha il centro dei suoi interessi), modificata più volte, prevedeva qualche milione in più da pompare nella gestione 2014-15 della società e nessun impegno per il futuro, quella americana qualcosa in in più per i soci di Bologna 2010 ma soprattutto grandi investimenti strutturali (a partire dai lavori sul Dall'Ara), nell'ordine dei 100 milioni di euro, per dare una svolta alla storia del Bologna... Ma il punto non è questo, quanto trovare un equilibrio finanziario per un club che gestito nella maniera attuale (piccolo, per non dire piccolissimo cabotaggio), avrà bisogno ogni anno di una cifra fra i 15 e i 20 milioni per sopravvivere. E quindi? Qui, con tutto il rispetto per il Bologna, non siamo in presenza di un brand calcistico nel 2014 noto in tutto il mondo come possono essere quelli di Inter e Roma (entrambe con gravi difficoltà finanziarie, peraltro, ma ne parleremo in altri articoli), per cui senza un cambio di passo il bilancio nel medio periodo si potrebbe risanare soltanto facendo spendere più soldi ai tifosi del Bologna. Non riusciamo a immaginare come, se non riportandoli allo stadio e aumentando il prezzo dei biglietti. Certo è che Tacopina e soci (fra i quali probabilmente rimarrà il canadese Joey Saputo) proveranno a dare, anzi a ridare (per chi ha memoria storica) una dimensione internazionale al Bologna, partendo da un allenatore che abbia un'immagine credibile anche fuori dal paesello: bravi loro a far circolare il nome di
Roberto Mancini, formatosi proprio al Bologna come campione prima di andare (a 18 anni) alla Sampdoria, magari un fondo di verità c'è anche (Mancini sta aspettando risposte da Milano e da una Londra non al top, ma non aspetterà all'infinito). In ogni caso serve un Mancini, prima ancora di Mancini. Quello che è certo è che la sopravvivenza ad alto livello si può raggiungere solo puntando in alto e non gestendo l'esistente. La classe media, non solo nel calcio, non può più arrivare alla fine del mese.
Twitter @StefanoOlivari