Mario Balotelli ha segnato un gol nelle ultime 21 partite giocate in Premier League, fra Manchester City e Liverpool, con quasi 70 tiri verso la porta effettuati. Non siamo amanti delle statistiche, perché il calcio non è né il baseball né la pallavolo, ma questi numeri supportano la cattiva impressione che dalla sua fase finale milanista ad oggi ci sta facendo il più grande talento italiano. Ieri pomeriggio, visto per 90' e passa contro il QPR, pensiamo abbia toccato il punto più basso della sua carriera. Non perché abbia giocato peggio di altre volte, ma perché in una (brutta, nonostante il finale emozionante) partita che è andata avanti a fiammate lui è sembrato un corpo estraneo non tanto al Liverpool, che peraltro Rodgers guida con mano meno ferma rispetto alla scorsa stagione, quanto alla sua stessa carriera. Invece di avere la bava alla bocca per dimostrare di essere del livello di
Suarez, ormai unico argomento dei media di Liverpool, l'attaccante bresciano ha vagato per il campo aspettando come suo solito il pallone sui piedi, senza entrare mai in sintonia con il momento agonistico, al di là del gol sbagliato. Come se non gliene importasse niente. Non può essere la mancanza di stimoli, visto che guadagna 6 milioni netti a stagione ed ha con la Premier League il più grande palcoscenico del mondo, deve essere per forza qualcosa di più personale su cui non possiamo e non vogliamo fare congetture. Non può essere nemmeno la pressione, che anzi lo ha sempre caricato. Quello che è certo è che il Balotelli di adesso, a 24 anni appena compiuti, non è tecnicamente e tatticamente migliorato rispetto a quello minorenne, che Mancini addirittura schierava (con eccellenti risultati) a volte anche come centrocampista esterno: rivedersi la partita scudetto di Parma del 2008, quella ricordata per i gol di Ibrahimovic e dove Balotelli diede l'impressione del giocatore totale. Rispetto a quel Balotelli ha perso qualche giro fisicamente e molto come senso della sfida al resto del mondo. Insomma, Balotelli si è fermato da 6 anni fa, nonostante poi abbia fatto cose importanti nell'Inter e nel Manchester City da riserva, nel Milan e in Nazionale da titolare. E negli ultimi mesi è addirittura andato indietro. Vista l'età, potrebbe non essere un processo irreversibile. Ma gliene importa qualcosa?
Twitter @StefanoOlivari