Il Liverpool di
Brendan Rodgers gioca quest'anno un calcio orrendo, soprattutto se paragonato a quello di qualche mese fa, con il
Mario Balotelli attuale che di sicuro non ha contribuito a migliorarlo e sembra anche avere perso la voglia. Qualche segnale di risveglio a Leicester, senza l'italiano (non vogliamo dire l'azzurro, Conte ha il progetto Okaka) infortunato, ma la certezza di arrivare al quarto di secolo senza una vittoria in campionato: l'ultimo titolo nazionale vinto risale infatti al 1989-90, quando ancora non esisteva la Premier League, con la squadra di Grobbelaar, Hansen, Molby, Beardsley, Rush, Barnes, eccetera, con Dalglish player-manager. 25, che sembrano 1.000, anni fa. Ci sarà tempo per la nostalgia, il presente dice invece che Balotelli è ormai pienamente calato nella parte di icona pop, con la poco invidiabile caratterizzazione di unico nero dell'universo che possa essere insultato senza passare per razzisti. Se la Football Association lo squalificherà in maniera pesante per il tweet basato su SuperMario (il personaggio del videogioco anni Ottanta), come appare probabile, la sua seconda avventura inglese potrà dirsi conclusa con apertura già da gennaio di scenari ad altissimo rischio: dal Napoli all'Inter, dalla Lazio alla Fiorentina, qualsiasi cosa si scriva sotto l'effetto di una cattiva digestione può in questo momento essere verosimile anche senza aprire il capitolo di chi controlla realmente il cartellino di SuperMario (il giocatore). Al non lettore canottierato è arrivato il messaggio, dai titoli e da tanti commenti, che Balotelli abbia scritto un tweet razzista e che poi abbia dovuto scusarsi. Peccato che il tweet razzista sia in realtà un tweet... antirazzista. In cui viene postata un vignetta dove SuperMario (il personaggio) invita a essere come lui. Traducendo: idraulico italiano, creato da giapponesi, che parla inglese e sembra un messicano, salta come un nero e afferra soldi come un ebreo. Insomma, una presa in giro degli stereotipi fatta da parte di un italiano nero e mezzo ebreo che parla inglese. Potevano offendersi soltanto i giapponesi e i messicani, in definitiva, ma il politicamente corretto si è già scatenato e non sarà facile per Balotelli uscirne. È troppo più intelligente di gran parte di chi lo critica, che mai avrebbe pensato di ridicolizzare il razzismo con tweet ironico. In chiusura elenchiamo una serie di cose che Balotelli non ha ancora fatto, al contrario di suoi colleghi non censurati dai media italo-inglesi: comprare un diploma di scuola media superiore, drogarsi, fare a botte all'alba in discoteca, ubriacarsi, simulare infortuni per sfuggire all'antidoping, scommettere sulle partite della propria squadra, minacciare giornalisti, picchiare un vigile facendo poi intervenire il presidente, molestare la moglie di un compagno, combinare un pareggio. Ma ha solo 24 anni e può ancora maturare.
Twitter @StefanoOlivari