Ultimo turno di campionato prima della pausa per le final eight di Coppa Italia. Riaccesa la sfida per la salvezza con Caserta che gioca a Pistoia e Pesaro con la spinosissima Reggio Emilia in casa, tremano le panchine di Varese, che ospita Venezia e di Roma, aggrappata alla sua stagione europea, che se la deve vedere con la Dinamo in quel di Sassari. Poco più che ordinaria amministrazione per Milano.
Dolomiti Energia Trento - Enel Brindisi 95-83
Trento ha respirato per quasi un mese aria di crisi, Buscaglia ha dovuto condurre la barca fuori dalle brutte acque, agitate da malumori, qualche giocatore sopra le righe, crisi di risultati. Il coach ha dimostrato di essere uomo esperto, cogliendo un gran successo contro Brindisi, ora a due soli punti in classifica e gestendo il talento del suo attaccante migliore (Tony Mitchell con 29 punti e 3 rimbalzi a referto) col quale ha sancito, se non una pace, una tregua. Bene anche Pascolo, autore di 19 punti e capace di catturare 8 rimbalzi e Sanders, Owens e Spanghero, con 30 punti equamente divisi in tre. L’energia Dolomiti Trento ha condotto la partita dall’inizio alla fine, segnando un divario ben maggiore di quello evidenziato dal punteggio finale. Ottima la difesa di squadra, capace di limitare i rimbalzisti avversari, e buonissimo l’inserimento di Mitchell nei giochi offensivi, solista, ma inserito nel coro dei suoi compagni e, sperano a Trento, riappacificato con il suo coach. I playoff non sono acquisiti, ma
un bel passo in avanti è stato fatto.
Brindisi arriva a Trento con le attenuanti dell’ennesimo turno di coppa giocato in settimana e di una classifica che non preoccupa. Quindi, capito dopo 5 minuti l’aria che tira, lascia la corsia di sorpasso agli avversari. Partita subito sotto, la squadra di Bucchi gestisce molto male i primi due quarti (27-13 e 28-18), rialza la testa nel terzo periodo e pareggia il quarto, a far vedere che potrebbe, ma non vuole o non riesce, fare di più. Turner risponde a Mitchell con 28 punti, seguito da Pullen con 20, mentre James ne segna 13 e Eric 10. Stecca Mays, in campo solo 16 minuti, non al meglio delle proprie condizioni e incapace di entrare nel ritmo partita. Brindisi contro Trento è sembrata poco disposta alla battaglia, forse stanca e poco motivata,
contro Venezia come si metterà?
Openjobmetis Varese - Umana Reyer Venezia 53-67
Ennesima sconfitta casalinga per
Varese, che esce dal campo tra i fischi del pubblico, indirizzati ai giocatori e alla dirigenza, salvando invece il Coach Pozzecco (e in Italia questo è un miracolo bello e buono). Senza i punti di Diawara (in campo soli 6 minuti) e Kangur (1 punto in 26 minuti) e con Maynor (0 punti in 20 minuti) ancora fuori dal contesto sia in attacco che in regia, Varese non è mai riuscita a macinare gioco anche quando si è messa nelle mani di Deane, che chiude con 6 punti ma tanti, troppi palleggi. I (pochi) punti di Varese vengono da Jefferson, appena sceso dall’aereo al posto del “tagliato” Daniel, molto volitivo sotto le plance, e da Rautins (12 punti per uno), seguiti da Callahan (che chiude a 10). Quasi impossibile salvare qualcosa o qualcuno al termine della partita: poche le idee, assente il gioco, scadente la forma fisica. La regia è molto macchinosa e la squadra non riesce a trovare qualcosa a cui aggrapparsi nei momenti di crisi: un gioco sicuro, una difesa forte che permetta quantomeno di limitare i danni. La tifoseria ha fischiato la dirigenza, non l’allenatore,
ma Pozzecco qualche domanda dovrà pur farsela.
Venezia si riprende subito dalla sconfitta in casa con Milano e vince contro Varese una gara non bella ma mai in discussione. Basse le medie di tiro, in particolare da 3 (22% circa), ma tanti (44) i rimbalzi catturati che hanno garantito secondi tiri e tanta gestione sul cronometro. Buone le prove di Peric (16 punti), Stone (13) e Goss (13 pure lui). Bene anche Viggiano (con 9 punti in totale) e la prova a rimbalzo di Stone che ne tira giù ben 14. La sensazione è che la squadra di Recalcati si sia limitata a controllare una partita che non voleva assolutamente perdere, accelerando quel tanto che bastava per prendere un margine di sicurezza e gestendo il gioco. Gli esami di sicuro sono altri, ma grazie anche a Reggio Emilia,
il secondo posto è meritato.
Banco di Sardegna Sassari - Acea Roma 72-61
Sassari non è in forma, fa fatica a macinare gioco (lo confermano le 17 palle perse) e spesso sbatte contro la difesa avversaria, nonostante ciò riesce a vincere contro Roma una gara che poteva davvero costarle cara. La vittoria di Sassari passa per la supremazia a rimbalzo, in attacco e difesa, che ha sostenuto una media tiro non proprio buona (32% da 3 punti), permettendo secondi e terzi tiri (31 tiri in totale) dal perimetro e da sotto, ma passa anche da una buona difesa che ha permesso di contenere Roma a 61 punti, facendo bastare i 72 prodotti da un attacco insolitamente anemico. Bene come al solito il trio Logan, Lawal e Dyson con 15, 12 e 14 punti, e 13 e 10 rimbalzi per gli ultimi due, mentre Chessa si ferma a 6 (ma sta in campo solo 7 minuti) e Sacchetti a 3 in 23 minuti di gioco. Di buono per coach Sacchetti ci sono i due punti e la vittoria, ma
bisogna dire che (almeno un po’) l’avversario ha aiutato.
Probabilmente
Roma non sperava di far punti a Sassari, ma quando la trasferta si è dimostrata meno ostica di quel che si pensava, non ha trovato frecce nella faretra per fare sua la preda. Pessima la prestazione in attacco degli uomini di Dalmonte, con i soli Gibson (17 punti) e Stipcevic (12) in doppia cifra, ma a costo di una media tiro da promozione, e più per levare le castagne dal fuoco ai compagni che come terminali offensivi veri e propri (Stipcevic non ha realizzato, ma neanche tentato un tiro da tre in tutta la partita). Inguardabile la prestazione a rimbalzo con Morgan limitato dai falli, ma assente sotto le plance, (zero rimbalzi non sono accettabili per un pivot), Ebi amante delle stoppate, ma assolutamente allergico ai palloni che rimbalzano e De Zeeuw con 5 rimbalzi giocando da ala. La batteria dei lunghi di Roma alla fine raccatta la miseria di 9 rimbalzi complessivi, meno di Dyson (13 per lui), che di mestiere fa la guardia, da solo. Roma deve decidere cosa vuole fare da grande: la classifica (quintultima), in virtù dei risultati altrui e degli scontri diretti (è perdente con Pesaro e Caserta), inizia a preoccupare e in ogni caso non è dignitosa, mentre in coppa Roma trova stimoli diversi e brilla.
Un po’ di coerenza?
Upea Capo d'Orlando - Vanoli Cremona 57-74
L’
Orlandina perde contro la Vanoli senza riuscire ad aggiudicarsi un singolo periodo della gara e, addirittura, crollando nell’ultimo quarto. I numeri parlano di una partita dominata dagli avversari: al di là del punteggio, anche i rimbalzi sono a favore di Cremona (50 a 31) e, pur se di poco, le medie di tiro. Archie con 14 punti e Nicevic con 12, sono gli unici due giocatori ad andare in doppia cifra, con Hunt a 8 punti che guida il resto del gruppo. Pesantissime le parole di coach Griccioli nel dopo partita: la salvezza non è più così a portata di mano (Caserta e Pesaro hanno smesso di fare le comparse) e l’atteggiamento della squadra, in particolare di alcuni elementi, preoccupa, e molto, l’allenatore. Il coach vede accorciarsi la classifica (dal basso) e sa che non è possibile salvarsi se non mettendo in campo ogni stilla di energia.
Riuscirà a coinvolgere i suoi nella corsa per la permanenza in A?
Cremona, merita la vittoria al di là dei demeriti altrui: bene in attacco e molto stretta e attenta in difesa, la Vanoli domina anche sotto i tabelloni, sancendo così una supremazia totale sugli avversari. Bene Ferguson, con 14 punti miglior realizzatore dei suoi, bravo Daniel, appena arrivato da Varese, con 12 punti e 7 rimbalzi e valido anche Clark, che realizza 10 punti e porta a casa 14 rimbalzi. Vitali ormai più leader che solista regala 5 assist e segna 7 punti: un condottiero in campo e nel gioco, capace di richiamare i suoi quando serve e di dettare i ritmi di gara con continuità. Pancotto chiede concentrazione e richiama i suoi a quello che secondo lui rimane il vero obiettivo stagionale e cioè la salvezza. Preoccupato dalle troppe voci che girano, anche in seno alla dirigenza, il coach è bravo a tenere i piedi per terra anche se la crescita della sua squadra autorizza a ipotizzare
un girone di ritorno di gran livello.
Consultinvest Pesaro - Grissin Bon Reggio Emilia 75-74
Pesaro, quando nessuno se lo aspettava, batte la seconda forza del campionato e fa un passo in avanti in classifica. Bravissimo Paolini e rimettere insieme i pezzi di una squadra che contro Avellino si era letteralmente sgretolata in campo, fornendo motivazioni, coraggio e soprattutto determinazione. All’appello manca solo la continuità, che potrebbe risultare vincente nella corsa alla salvezza. L’inizio è equilibrato, ma presto Reggio Emilia “strappa” e chiude il primo quarto sul più 8 con Pesaro che prova più volte a ricucire, restando però sempre dietro. La chiave di volta è nel terzo quarto, quando Wright e Judge, con l’aiuto di Ross, guidano l’assalto agli avversari, forse un po’ distratti, e portano Pesaro in vantaggio (di 2 punti). Il quarto periodo vede lo scatto di Pesaro con Musso, Judge e Wright sugli scudi. In particolar modo Wright, dopo il recupero di Reggio negli ultimi 3 minuti, dimostra un sangue glaciale e realizza tutti i liberi finali, sancendo il +1 conclusivo. Due punti assolutamente inaspettati buoni per la classifica e per il morale
in vista di una trasferta a Roma già battuta all’andata.
Reggio Emilia cade in quel di Pesaro (senza nulla togliere ai meriti dei marchigiani), mettendoci qualcosa di proprio, in una partita che meritava tutt’altro atteggiamento. L’impressione è che la squadra di Menetti si sia rialzata quando poteva sferrare il colpo del KO (Pesaro sotto di 11) e abbia pagato molto cara questa disattenzione. Buona la prova in attacco di Cinciarini (15 punti) cui ha giovato respirare l’aria di casa, 12 punti per Silins e 10 a testa per Polonara, Kaukenas, Cervi e Diener, cui non si può sicuramente rimproverare nulla sull’ultimo tentativo sbagliato, ma che ha qualche colpa sui due liberi mandati sul ferro a un giro di orologio dalla sirena. Teorema di Dan Peterson: una squadra è forte non quando batte le squadre che la precedono in classifica, ma quando non perde mai con quelle che la seguono.
Reggio Emilia ha di che riflettere.
Giorgio Tesi Group Pistoia - Pasta Reggia Caserta 87-76
Pistoia doma Caserta dopo una partita molto combattuta e vince con un punteggio più largo di quanto la gara non abbia lasciato vedere. Bravissimi i ragazzi di Coach Moretti a tenere sempre la testa sulla partita, subendo gli allunghi degli avversari sempre entro limiti recuperabili, rientrando di volta in volta e ribattendo colpo su colpo. Miglior realizzatore Filloy, con 20 punti e 5 rimbalzi, seguito da Millbourne con 17 punti e a un errore dalla partita perfetta. In doppia cifra anche Williams con 13 punti e 5 assist e Cinciarini con 11 punti finali. Pistoia è riuscita a allungare nell’ultimo quarto, quando ha preso il controllo del gioco, ma ha dato impressione di solidità e soprattutto carattere, colpendo con continuità non appena ha visto gli avversari in difficoltà. La classifica si fa migliore, in vista anche della trasferta in quel di Bologna:
difficile ma non impossibile.
Caserta ferma la sua striscia vincente a Pistoia, dove non centra il risultato, ma dimostra di aver trovato un gioco e soprattutto di aver costituito un gruppo solito e coeso. Buona la prestazione sotto canestro di Ivanov, autore di 20 punti con un 9 su 11 che lascia poco spazio ai giudizi, ma solo 4 rimbalzi. Buona anche la prova di Domercant, voluto da Esposito perché utile allo spogliatoio ma, e lo sta dimostrando, anche sul campo. Bene anche Antonutti che realizza 11 punti, mentre non si mantiene sui livelli delle ultime gare Vitali, che non trova la via del canestro e chiude con 3 punti in 23 minuti. In regressione anche Capin, play che al momento cerca di gestire i suoi senza incidere sul punteggio. Il lavoro di Esposito si vede. La sconfitta a Pistoia, visti i livelli in campo, ci può stare, ma a preoccupare è il risultato di Pesaro, che nessuno aveva messo in conto.
Caserta ora è di nuovo ultima, ma la corsa è lunga.
Granarolo Bologna - Acqua Vitasnella Cantù 108-96
Bologna vince contro Cantù al termine di una partita per larga parte condotta ma mai del tutto dominata, affidandosi agli esterni e in particolare a Hazell, autore di 33 punti con medie da primo della classe (70% da 2, 55% da 3 e 80% dalla linea della carità), White (15 punti per l’ala americana) e Gaddy (che chiude con 15 punti e 7 assist). Bene anche la prova di Ray, che chiude il pacchetto delle guardie con 13 punti. In una partita dominata dagli attacchi e con un handicap da pagare sotto canestro, la vittoria della Virtus Bologna passa per i 13 tiri da 3 realizzati (con un 48% di media contro i 7 degli avversari) e per i 27 punti provenienti dalla linea del tiro libero (segno che le penetrazioni a canestro finiscono per pagare). Valli si gode il risultato, in attesa della visita di Pistoia,
per la seconda partita consecutiva fra le mura amiche.
Cantù tiene testa agli avversari sfruttando la vena realizzativa di Johnson-Odon che chiude con 27 punti, Buva che segna 21 punti, e Gentile che, oltre a guidare la brigata, mette a segno 13 punti con 7 rimbalzi, 4 assist, ma anche 7 pesantissime palle perse. La supremazia a rimbalzo (che segna un saldo positivo di +7) non basta alla squadra di Sacripanti per impedire alla Virtus di dilagare e, in particolare nell’ultimo periodo, la squadra paga la fatica del break dei dieci minuti precedenti e si spegne proprio quando servirebbe il colpo di reni. Prima sconfitta del girone del ritorno, contro una squadra in ripresa, tonica:
tutto sommato ci può stare.
EA7 Emporio Armani Milano - Sidigas Avellino 95-78
Ennesima prova di forza per
Milano, che dopo un primo periodo equilibrato, spazza via Avellino senza tante fatiche. Coach Cancellieri (Banchi assente per influenza) probabilmente è meno minaccioso del suo numero uno, e in campo si finisce per vedere qualche individualità di troppo, ma è comprensibile per una squadra che finora non ha trovato avversari nel nostro campionato. Brooks (24 punti e 20 di valutazione complessiva) e Samuels (20 punti in 27 minuti, e 10 rimbalzi) risultano alla fine i due mattatori per l’Olimpia, seguiti da Kleiza con 11 punti e Ragland con 8 punti e poca precisione al tiro. Adesso arriva la coppa Italia, uno degli obiettivi stagionali, ma in ordine di importanza dietro a Euroleague e campionato, ma
visto come vanno le cose in Europa, probabilmente, sarà meglio farsela piacere. Una curiosità: Hackett regala 7 assist ai compagni, uno in meno di quanti ne produca Avellino in totale.
Avellino sale a Milano sapendo di non poter vincere e in campo dura solo per 10 minuti. Nel secondo periodo, difatti, la maggior classe degli avversari prende il sopravvento, e la Scandone si scioglie come neve al sole perdendo i 3 periodi di 10, 9 e 6 punti. Sugli scudi Banks che chiude con 25 punti e Gaines autore di 18 punti ma con qualche tiro di troppo. Anosike, un po’ stanco, chiude la partita con 11 punti e 12 rimbalzi. Vitucci arriva al primo impegno stagionale (le final eight di coppa Italia) con una brutta notizia: Milano (avversaria al primo turno) al momento è di un’altra categoria e non pare voler far sconti, neanche quando gioca male. Avellino non è stata costruita per lottare per lo scudetto, ma
la classifica e i risultati stanno nettamente deludendo i tifosi.
Luigi Ceccon, per Guerin Basket