L'Italia, intesa come Nazionale, ha una mascotte. Per momento ancora senza nome, anche se il padre è illustre: Carlo Rambaldi, tre premi Oscar e tanto altro. Si tratta di un cucciolo di pastore maremmano-abruzzese con addosso la maglia azzurra, il cui bozzetto fu disegnato personalmente da Rambaldi qualche anno prima della sua scomparsa avvenuta nel 2012. Una storia che parte da lontano, come ha raccontato lo stesso presidente federale Gravina: "Rambaldi nel 2007 mi consegnò un book che conteneva questi bozzetti, che poi io ho donato alla Figc. La sua fama all'estero era straordinaria, ma lamentava di essere stato poco considerato in Italia. Sono orgoglioso di aver dato vita ad un'altra sua creazione: oggi regaliamo simbolicamente a Carlo Rambaldi il quarto Oscar e agli italiani tanta dolcezza". Da ricordare che nel 2007 Gravina era il capodelegazione dell'Under 21, anni dopo la fine dell'epopea del Castel di Sangro.
Nei suoi appunti Rambaldi, che l'Oscar l'aveva vinto per Alien, E.T. e King Kong, spiegava di avere scelto l'immagine del pastore maremmano-abruzzese "perché è un cane dotato di grande coraggio, di capacità di decisione, tipicamente italiano e la sua storia è intimamente legata alla storia millenaria della nostra terra e delle sue genti, adatto a rappresentare lo sport più bello del mondo, le passioni che suscita e l'italianità. I suoi valori sono la capacità di iniziativa, la competitività, la fedeltà, il senso del gruppo". Il progetto è stato poi completato dai figli di Rambaldi, Victor e Daniela. E così adesso anche la Nazionale italiana ha la sua mascotte, come tanti club in Italia e nel mondo.
Una trovata che nel calcio per nazionali di solito riguarda le manifestazioni, più che le squadre: da Willie il leone dei Mondiali 1966 al lupo Zabivaka di quelli del 2018, passando per il Naranjito di Spagna '82, il Ciao di Italia '90 e altri. Restringendo il discorso agli Europei, la prima edizione ad avere una mascotte fu proprio quella di Italia 1980: nel caso si andò sul sicuro, scegliendo Pinocchio. Da allora ogni edizione ha avuto la sua mascotte: Péno per Francia 1984, Berni per Germania Ovest 1988, Rabbit per Svezia 1992, Goaliath per Inghilterra 1966, Benelucky per Olanda-Belgio 2000, Kinas per Portogallo 2004, Trix & Flix per Austria-Svizzera 2008, Slavek e Slavko per Polonia-Ucraina 2012, Super Victor per Francia 2016 fino allo Skillzy del 2020. Niente che sia entrato nell'immaginario collettivo, come si vede, a parte forse Goaliath (ma perché richiamava lo Willie del 1966), al contrario di quanto di solito accade per le mascotte mondiali. Il nostro cane azzurro è comunque simpatico e questo ci basta.