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Immobile quasi come Piola

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© Getty Images
Con il gol all'Atalanta l'attaccante ha eguagliato il record di gol con la maglia della Lazio che era del mito della Nazionale di Pozzo. Tempi, regole e difensori un po' diversi...

Ciro Immobile con il gol segnato all'Atalanta è diventato, dal punto di vista statistico, il miglior attaccante nella storia della Lazio: 159 gol, esattamente come Silvio Piola, con la certezza che diventeranno molti di più mentre il campione del mondo del 1938 è morto 25 anni fa. Per Immobile 159 gol in 232 partite, per Piola 159 in 243, giocate dal 1934 al 1943.

Il discorso è il solito: non si possono confrontare soltanto con i numeri il calcio di oggi con un calcio in cui l'intimidazione fisica, senza telecamere e meno che mai VAR, era la regola e gli attaccanti dovevano pensare soprattutto a portare a casa la pelle. Non a caso una carriera lunga ce l'avevano soltanto quelli come Piola, piuttosto robusti ma anche abili ad evitare le botte. È il solito anche il discorso sulle regole: quella sul retropassaggio al portiere divide la storia del calcio in prima e dopo il 1992. 

Ma al di là dei numeri e dei trofei alzati (a livello di club un mito come Piola ha vinto soltanto un campionato di B con il Novara, mentre Immobile qualcosa in più, anche con la Lazio) che sono troppo dipendenti dal contesto in cui si capita, quale è il posto di Piola e Chinaglia fra i grandi attaccanti nella storia della Lazio? Prendiamo in considerazione non i semplici numeri o la fama, ma ciò che si è fatto, magari anche per una sola stagione, con la maglia della Lazio e l'importanza che questi uomini gol hanno avuto nellìimmaginario del tifoso laziale. 

Tenendo conto dei vari parametri, il numero uno di tutti i tempi è Giorgio Chinaglia, l'uomo simbolo dello scudetto 1973-74 ma soprattutto di uno spogliatoio irripetibile, su cui andrebbe fatta una serie televisiva. Il numero due è proprio Piola, approdato alla Lazio ventunenne e che alla Lazio ha legato gli anni del suo massimo splendore. Terzo gradino del podio per Bruno Giordano, anche se i suoi tempi d'oro sono coincisi con quelli di una Lazio minore, senza poi mettersi a ricordare la retrocessione da calcioscoimmesse di cui Giordano fu una delle cause. Quarto posto per Immobile, campione celebrato ma non abbastanza, del quale si capirà il valore solo dopo il ritiro. Quinto posto per Beppe Signori, poi dalla sesta alla decima posizione dipendono soltanto da sfumature la collocazione di Puccinelli (che per qualche stagione giocò anche con Piola), Bernardini (diventato poi un simnbolo della Roma e del calcio italiano, ma giovanissimo fenomeno nella Lazio), Garlaschelli, D'Amico e Casiraghi, con le dolorose esclusioni Di Ruben Sosa, Riedle, Rocchi, Pandev, Simone Inzaghi, Nedved, Salas, Crespo, Boksic ed altri giocatori di primissimo piano.