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L'angolo di Calhanoglu

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© LAPRESSE
Il punto sulla Serie A: la forma dell'Inter, la Roma spezzata, la mossa di Spalletti e il primato del Milan...

Milan 38 punti, Inter 37, Napoli 36, Atalanta 34. In un sabato che ha detto che per lo scudetto 2021-22 le squadre sono quattro, l’Inter di Simone Inzaghi è sembrata la squadra più in forma del campionato. Passando come un rullo, ben oltre lo 0-3 dell'Olimpico, su una Roma senza metà dei titolari e comunque in chiaro stato confusionale, come testimoniato dal gol di Calhanoglu direttamente da calcio d’angolo, con Mourinho ad aspettare il mercato di riparazione. Dzeko è stato all’altezza del suo passato giallorosso, ma la differenza l’ha fatta il centrocampo: alla fine per l’Inter, che non perde dal 16 ottobre quando cadde proprio all’Olimpico contro la Lazio, la nota negativa è l’infortunio di Correa, mentre quella positiva è un calendario che, al di là della trasferta di Madrid per il primo posto nel girone di Champions, dice che prima di ritrovare la Lazio le avversarie saranno Cagliari, Salernitana, Torino e Bologna. 

Più complesso il discorso sulla Roma, piena di assenze ma anche di casi dopo che Mourinho ha delegittimato metà della rosa. In questa stagione con le grandi ha quasi (0-0 con il Napoli) sempre perso e quindi la sconfitta con l'Inter non è una tragedia, considerando assenze e giustificazioni varie. Lo è invece il modo, perché Mourinho aveva dichiaratamente in mente di fare le barricate, schierando cinque difensori più Cristante, sperando nelle invenzioni di Mkhtaryan e nelle progressioni di Zaniolo: il risultato è stato quello di una Roma spezzata in due, anzi spezzata e basta. Al di là delle strategie di comunicazione, l'Inter è uno spunto per chiedersi quanto il Mourinho allenatore sia cambiato, per non dire peggiorato, rispetto a undici anni fa. 

Grande spettacolo nel 2-3 di Napoli-Atalanta, forse dal suo box lo ha apprezzato anche lo squalificato Spalletti che ha dovuto giocarsi la sfida senza metà dei titolari, inventandosi un 3-4-3 che ha funzionato, grazie anche all’eccellente prova di Malcuit, fino all’altroieri peraltro dimenticato. Gasperini ha ribaltato la partita mettendo in campo Ilicic, ma non si può dire che sia stata una mossa a sorpresa, e ancora una volta la sua Atalanta ha impressionato per la varietà di temi e soluzioni: settima vittoria su otto trasferte, gioca non da oggi il miglior calcio d’Italia ma è da poco che riesce ad uscire viva dalle situazioni difficili. L’Atalanta deciderà la sua Champions contro il Villarreal, ma anche contro il Napoli ha fatto capire che questo per il suo storico scudetto è l’anno da ora o mai più.

A parte i tanti infortuni è sembrato senza problemi il Milan, che a San Siro ha dominato una Salernitana con un piede e mezzo già in B: fra l’altro oggi si potrebbero conoscere le proposte di acquisto del club, nella speranza di uscire dall’equivoco Lotito. Sul campo un 2-0 che sarebbe potuto essere 6-0, con Diaz e Saelemaekers a trascinare, e l’ennesimo infortunio per il Milan e per Pellegri, che rende i rossoneri Ibra-dipendenti (ieri lo svedese non ha avuto bisogno di alzarsi dalla panchina) anche in senso tecnico, oltre che psicologico: ma un conto è fare il totem, sparando frasi motivazionali, un altro è affrontare avversari che potrebbero essere suoi figli. Per Pioli il tempo di godersi un inizio di campionato che il Milan non viveva dalla stagione 2003-2004 (allora Ancelotti vinse lo scudetto) e poi il sogno di una qualificazione agli ottavi di Champions.