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L'Inter oltre Conte

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Il punto sul calcio italiano dopo Inter-Cagliari 4-0, Napoli-Empoli 0-1, Verona-Atalanta 1-2, Sassuolo-Lazio 2-1 e Torino-Bologna 2-1...

L’Inter di Simone Inzaghi è meglio dell’Inter di Conte? A livello di gioco, per quantità di occasioni da gol create e gestione della partita, indubbiamente sì, nonostante in estate abbia ceduto i due migliori della passata stagione, cioè Lukaku e Hakimi. Quanto ai risultati, battendo il Cagliari la squadra nerazzurra ha sorpassato il Milan in testa alla classifica e guida un quartetto in cui tutti possono sperare nello scudetto e nelle disgrazie dei tre avversari. Certo l’Inter sembra in questo momento la più in forma di tutte, migliore attacco della serie A e seconda miglior difesa, con un Calhanoglu anche ieri a livelli altissimi al di là di un Cagliari che Mazzarri non è riuscito a rivitalizzare ma che certamente non ha una rosa da retrocessione. O comunque non da sconfitta 4-0, con atteggiamento molle e con Cragno migliore in campo.

Spalletti ha festeggiato malissimo le sue 500 panchine in serie A, al di là del fatto che fisicamente fosse in tribuna, squalificato. La sorpresa della domenica è stata infatti la caduta casalinga del suo Napoli contro l’Empoli, con il solito alibi delle assenze (durante la partita infortuni anche Zielinski ed Elmas) e comunque tante occasioni sbagliate, per non parlare del gollonzo di nuca di Cutrone. Il ritorno di Anguissa, dentro nel secondo tempo, non ha impedito una sconfitta e una statistica impietosa, 5 punti nelle ultime 6 partite. Un crollo di risultati, con scivolamento al quarto posto, pensando anche che le altre sconfitte sono state quelle sanguinose con Inter e Atalanta. Ma andiamo chi guarda le partite, oltre ai tabellini, sa che anche con l’ottimo Empoli di Andreazzoli quella di Spalletti non è sembrata una squadra in crisi. Moltissimo, dal punto di vista psicologico, passa da Milan-Napoli di domenica prossima. 

L’Atalanta da trasferta ha numeri clamorosi, ma ieri è stata in certi momenti surclassata dal Verona, e non le capita spesso di andare sotto così. Però è uscita vincente dal Bentegodi e questa vittoria, la sesta consecutiva, da lacrime e sangue, dopo la delusione enorme della Champions (4 soli titolari uguali a quelli della partita con il Villarreal), vale tantissimo. Se la squadra di Gasperini inizia a portare a casa anche le partite in cui non è al massimo può davvero sognare in grande, ben oltre il terzo posto attuale.

Sempre più in basso la Lazio di Sarri, senza risultati ma soprattutto senza identità tecnica, che con il Sassuolo era andata immeritatamente in vantaggio grazie ad uno dei pochi colpi azzeccati in estate, cioè Zaccagni. Poi l’attacco della Nazionale, o giù di lì, messo in campo da Dionisi con una nuova formula, l’ha ribaltata e la Lazio è rimasta con i dubbi degli ultimi mesi, sorvolando su una classifica che non le permetterebbe ora come ora nemmeno di fare la Conference League. Berardi, Raspadori e Scamacca indemoniati, ma per parlare degli spareggi mondiali ci sarà tempo: certo non servono naturalizzazioni tarocche. 

Il Torino ha rischiato di pareggiare con il Bologna una partita che avrebbe potuto e dovuto vincere a 5-0, forse la sua migliore in stagione, ma Juric ha segnato un punto importante a suo favore, per convincere Cairo a fare sforzi a gennaio. Non si capisce però quali sarebbero gli obbiettivi: la zona Champions è più lontana della Serie B, e anche l’Europa che conta meno è impossibile, se la Juventus e le romane si riprenderanno. Probabile che il campionato del Torino rimanga questo, con un tetto ben preciso. E il Bologna? Difficile dare torto a Mihajlovic, quando lo ha definito il peggiore visto in stagione.