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La Serie A dei 15 sostituti

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© LAPRESSE
Dalla prossima stagione in campionato i giocatori potenzialmente a referto passeranno da 23 a 26. L'ennesimo passo verso il gigantismo, l'ennesimo regalo ai ricchi...

Panchine con 15 giocatori dalla prossima stagione di Serie A: lo ha deciso il Consiglio Federale della FIGC approvando una proposta della Lega. Una bella differenza rispetto ai 12 attuali, che porta quindi a 26 il numero di calciatori che ogni squadra si porterà in campo. Fermo restando che le sostituzioni possibili nei 90' rimarranno 5, in 3 slot (escluso l'intervallo, visto che non fa perdere tempo) e che poter portare 15 calciatori in panchina non significa doverne per forza portare 15. Un'opportunità che verrà colta per far respirare l'aria della prima squafra a qualche giovane? Mah. In ogni caso si tratta dell’ennesimo passo verso il gigantismo del calcio, senza alcuna ragione sportiva e senza alcuna vera discussione. Un nuovo regalo ai club più ricchi, quelli che hanno più scontenti da gestire e che preferiscono portarli in panchina che in tribuna.

In Serie A le sostituzioni sono diventate possibili dal 1965, quando già teoricamente (visto che al Mondiale, che avrebbe dovuto aspettare Messico ’70, e in quasi tutti gli altri tornei non erano previste) la FIFA le aveva introdotte nel 1958. Si poteva cambiare però soltanto il portiere, anche per ragioni tecniche e senza doversi inventare infortuni: in panchina quindi le squadre del campionato 1965-66 portarono un portiere, con la maglia numero 12 e la consapevolezza che potesse sostituire soltanto il collega, infortunato o in difficoltà che fosse. Il primo sostituto nella storia della Serie A fu Gastone Ballarini, che il 5 settembre 1965 nella porta del Foggia sostituì l'infortunato Moschioni durante la partita contro la Juventus.

Dalla stagione 1968-69 il portiere di riserva fu affiancato da un giocatore di movimento, con entrambe le sostituzioni possibili: è curioso notare come molto spesso, almeno in quella fase, il giocatore di riserva fosse un mediano. Comunque il titolo di primo sostituto di movimento, all'epoca si diceva '13', della Serie A è detenbuto a pari merito da Sandro Vanello, del Verona, ed Enrico Burlando del Varese. 

Dal 1973-74 i calciatori in panchina in Serie A diventarono tre, ma sempre con due sostituzioni possibili, di cui solo una per i giocatori di movimento. E dal 1980-81 il numero dei potenziali sostituti salì a cinque, con due sostituzioni e senza limitazioni di ruolo. Fra il 1994 e il 1995 il salto verso le tre sostituzioni, durate fino all’era Covid: prima con l’obbligo che una di queste riguardasse il portiere e subito dopo rendendo le tre totalmente libere. Sembrava un giusto equilibrio, anche se l’allargamento delle panchine faceva intuire la pressione dei club. Nel 1997 i potenziali sostituti diventarono sette e nel 2012, parlando sempre di Serie A, 12, quindi arrivando ai 23 giocatori a referto che adesso sono diventati 26.

Nel 2020 con il pretesto del Covid le norme transitorie, poi diventate definitive, della FIFA, hanno portato le sostituzioni possibili a 5, e con i tempi supplementari si è ormai arrivati a 6. Più facile che si arrivi a 11 piuttosto che tornare alle due ‘libere’, che dal 1980 al 1994 furono secondo noi la perfezione. E all’orizzonte ci sono anche le sostituzioni temporanee, sul modello della pallacanestro. Incredibile, lo ribadiamo, che si discuta di stupidaggini ma non di cambiamenti che cambiano la natura stessa del gioco.