Da allenatore in campo, facendo però ufficialmente il giocatore, ad allenatore vero e proprio: il passo è lunghissimo e Daniele De Rossi adesso lo ha compiuto firmando per la Spal di Joe Tacopina dopo essere stato vicino a varie squadre di Serie A, fra cui la Sampdoria. Dopo aver fatto da assistente a Roberto Mancini in Nazionale questo è quindi il vero inizio della seconda carriera di De Rossi, in una Serie B a cui gli uomini immagine non mancano, visto che oltre a lui ci sono in panchina altri tre campioni del mondo 2006: Pippo Inzaghi (Reggina), Cannavaro (Benevento) e Grosso (Frosinone). E proprio Grosso ha dato la picconata decisiva alla panchina di Venturato, battendo 2-0 la Spal: che dopo 8 giornate è in una situazione difficile ma non disperata, un punto sopra la zona pericolo e due sotto quella playoff. Va detto che il piazzamento attuale è più o meno in linea con il valore della rosa, quindi De Rossi è in una situazione in cui la mano dell’allenatore può contare davvero, nel bene e nel male. Una sfida interessante, visto che prima o poi una panchina di A gli sarebbe stata offerta, perché iniziando da una B di fascia bassa De Rossi ha dimostrato di voler crescere e non di porsi subito come il fenomeno predestinato. Una scelta, a 39 anni, da figlio di allenatore (Alberto) più che da ex campione. Non significa in automatico che fra due anni troveremo De Rossi sulla panchina della Roma, ma certo non sarà la Roma a fare da cavia per le idee del De Rossi allenatore, come invece è accaduto alla Juventus con Pirlo ed in fondo anche al Milan con Inzaghi. Ecco, quali sono le idee di De Rossi? Lui ha sempre detto di ammirare Guardiola e Spalletti, ed in tempi recenti ha parlato benissimo di Luis Enrique con il quale ai tempi della Roma ebbe anche forti contrasti al di là della famosa esclusione per un minuto di ritardo alla riunione tecnica. Guardando la rosa della Spal è quindi possibile che provi il 4-3-3, invece del trequartista dietro a La Mantia e Moncini come è stato finora, ma sono soltanto supposizioni da bar. Anche perché lui non sembra tipo da usare espressioni come "Il mio calcio", spiegando il Verbo a nerd in adorazione. Di certo c’è che De Rossi non è l’ex campione spaventato dal troppo tempo libero, ma uno che ci crede. La prima incognita sarà l'ambiente, visto che di fatto (a parte la chiusura al Boca) in carriera ne ha conosciuti soltanto due, Trigoria e Coverciano.