La Francia di Didier Deschamps rischia di gettare al vento una qualificazione mondiale tranquilla, dopo l'incredibile 0-0 con un Lussemburgo, che con Rodrigues ha anche avuto l'occasione per una storica vittoria. Forse il punto più basso nella storia dei Bleus, parliamo di risultato perché di gol mangiati dai francesi ne abbiamo contati almeno 10, ma forse non quello più alto nella storia di una nazionale incrociata dall'Italia nei vari gironi di qualificazione (tre volte di fila in quelli mondiali, per il 1974, 1978 e 1982) e che si è spesso battuta con onore a dispetto di un livello medio dei giocatori paragonabile a quello di una nostra LegaPro. A provarlo anche la vittoria contro la Bielorussia di pochi giorni fa. Il punto più alto nella storia calcistica di questo piccolo ma non piccolissimo (582.000 abitanti, come a dire il comune di Genova) paese è probabilmente stato raggiunto nelle qualificazioni agli Europei del 1964. La cui fase finale, quell'edizione prevista in Spagna, era a 4 squadre: solo con Italia 1980 sarebbe diventata a 8, tempi ben diversi rispetto all'ammucchiata attuale perché a non qualificarsi qualcuno, poverino, si offende. In pratica la squadra allenata da Robert Heinz negli ottavi di finale eliminò nientemeno che l'Olanda, che non era ancora l'Olanda di Cruijff ma era già una buonissima realtà (la stella era Piet Keizer, per dire), 1-1 ad Amsterdam e discorso rimandato pochi giorni dopo a... Rotterdam, dove il Lussemburgo accettò di giocare per avere un buon incasso visto che a casa sua non sarebbe andato comunque a vederlo nessuno. E qui protagonista fu ancora Camille Dimmer, attaccante del Molenbeek e in seguito politico di primissimo piano (segretario di un partito lussemburghese equivalente alla nostra Democrazia Cristiana), che siglò il 2-1 della qualificazione per una squadra complessivamente non superiore al Lussemburgo di oggi, dove chi giocava nel Dudelange della situazione era un dilettante vero. Come ostacolo per la fase finale rimaneva la Danimarca: 3-3 in Lussemburgo, 2-2 a Copenhagen e 'bella' ad Amsterdam risolta dal capitano Ole Madsen, autore di tutti e sei i gol della sua squadra. Finì così una favola poco raccontata, anche per mancanza di un pubblico disposto ad ascoltarla. Fa decisamente più notizia il risultato della Francia dei colpi miliardari, dei centri di formazione federali, dei giovani responsabilizzati, di tutte quelle belle cose che invidiamo quando (tutto sommato raramente e non contro gli ultimi del mondo) ci capita di perdere.