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Il Giappone di Zaccheroni

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© AFPS
Dieci anni fa l'allenatore romagnolo guidò la squadra del Sol Levante ad una storica impresa in Coppa d'Asia, battendo in finale l'Australia e diventando il primo allenatore italiano a vincere con una nazionale diversa da quella azzurra...

Alberto Zaccheroni è stato uno dei tre allenatori che abbiano guidato Juventus, Inter e Milan, insieme a Viola e Trapattoni, e non c'è dubbio che i miglior ricordi siano legati agli anni rossoneri, con lo scudetto vinto nella stagione 1998-99. Così come non c'è dubbio che in campo internazionale il suo nome sarà legato per sempre alla vittoria del Giappone nella Coppa d'Asia, il 29 gennaio 2011, esattamente dieci anni fa. Primo italiano a conquistare un trofeo da commissario tecnico di una nazionale diversa da quella azzurra, Zaccheroni era arrivato sulla panchina giapponese nell'agosto del 2010, a 57 anni di età, poco dopo la fine il breve periodo alla Juventus in sostituzione dell'esonerato Ciro Ferrara. 

L'allenatore romagnolo esordì sulla nuova panchina a Saitama, con una clamorosa vittoria sull'Argentina di Messi e Tevez, e così la marcia di avvicinamento alla Coppa d'Asia avvenne in mezzo all'entusiasmo di un paese da sempre innamorato del calcio italiano e soprattutto brasiliano. In Qatar Zaccheroni portò una squadra di buonissimo livello, con 9 giocatori giocanti in Europa su 23: Yuto Nagatomo in Italia, nel Cesena (sarebbe passato all'Inter proprio dopo il torneo), e superò bene il girone, pareggiando con la Giordania e poi battendo Siria ed Arabia Saudita. Nei quarti di finale il Giappone di Honda, Okazaki e Kagawa sconfisse 3-2, con un gol all'ultimo minuto, i padroni di casa, mentre nella semifinale con la Corea del Sud servirono i calci di rigore.

Nella finale al Khalifa di Doha sembrava leggermente favorita l'Australia, che in effetti giocò meglio e andò più volte vicina al vantaggio con Kewell, ma il Giappone si difese con ordine, quasi annullando il gap fisico, e riuscì a prevalere con un gol di Tadanari Lee nei supplementari: il coreano naturalizzato, entrato al posto di Maeda, sfruttò un cross di Nagatomo battendo Schwarzer. Da quel momento e per tre anni Zaccheroni divenne in Giappone una sorta di divinità, anche se stava il più possibile a Cesenatico e non avrebbe in tutto questo tempo imparato più di una decina di parole in giapponese. Fu addirittura ricevuto dall'imperatore Akihito, cosa rara e per uno sportivo rarissima. Dopo il Mondiale 2014 Zac salutò tutti: lo si sarebbe rivisto in panchina soltanto in Cina e con la nazionale degli Emirati Arabi.