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Djokovic e l'età dei più forti

Redazione

1 febbraio 2016

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La sconfitta di Novak Djokovic agli Australian Open sarebbe stata più sorprendente di quella del giorno prima di Serena Williams contro la Kerber e infatti non si è materializzata, perché l'ennesima finale (solo a Melbourne si tratta della quarta) contro il quasi gemello Murray è stata vinta dal numero uno del mondo, mai impensierito da chi ha il suo stesso stile di gioco ma lo pratica qualche chilometro orario più lentamente di lui. In sede di commento più dell'analisi di una partita con un tema tattico chiaro (i due giocano contro da quasi due decenni) ci impressiona il fatto che ancora una volta tre dei 'Fab Four' che hanno dominato il tennis contemporaneo siano arrivati alle semifinali di un torneo dello Slam, con l'unico assente (Nadal, battuto da Verdasco al primo turno, una pseudo-rivincita della memorabile semifinale del 2009) fatto fuori più dal logorio fisico che dall'ascesa di nuovi fenomeni. È ormai un luogo comune affermare che il tennis di oggi non sia uno sport per giovani, richiedendo troppo in termini di formazione atletica e soprattutto psicologica. Come tutti i luoghi comuni è nella sostanza vero: Djokovic e Murray hanno quasi 29 anni, Federer va in questa stagione per i 35 e Nadal per i 30. L'unico degli 'altri' con cilindrata per vincere uno Slam, Wawrinka, ne ha quasi 31. E lo stesso 'incidente' Cilic, vincitore agli Us Open del 2014, ne ha 27... Guardando in tribuna Boris Becker, allenatore per finta (puro marketing per aumentare gli sponsor del serbo) di Djokovic ma soprattutto vincitore di Wimbledon da minorenne, viene subito in mente che il primo giocatore non diciamo junior ma sotto i 25 anni (l'età in cui Borg e McEnroe hanno vinto i loro ultimi Slam) della classifica ATP è il numero 11 Milos Raonic: niente di che, in rapporto ai Fab Four, ma un servizio che gli consente di stare in partita anche con i grandi (così è stato nella bellissima semifinale con Murray). Il primo Under 21 è invece al numero 38, il croato Borna Coric. Ma oltre ai numeri bisogna ricordare anche che i grandi attuali non sono arrivati da Marte: Nadal ha vinto il suo primo Roland Garros a 19 anni, Djokovic il suo primo Australian Open a 20 anni e mezzo, Federer il suo primo Wimbledon quando non ne aveva ancora compiuti 22. Soltanto Murray ci ha messo di più a vincere uno Slam, per la presenza degli altri tre, ma va ricordato che a 21 anni era in finale degli Us Open. Cosa vogliamo dire? Che senza andare all'epoca di Becker o a quella di Borg questa generazione di campioni è stata fortissima fin dalla giovane età e soprattutto per molti anni questi quattro fenomeni sono stati forti quasi in contemporanea, magari con rapporti di forza variati al loro interno ma immutati nei confronti dell'esterno. In altre parole, la discussione sul giocatore più forte di sempre può essere infinita ma qualla sulla generazione più forte di sempre dovrebbe essere breve, se si parla di era open. Poi magari Hoad e Rosewall, con il più giovane Laver, avrebbero fatto di più, ma la storia e il finto dilettantismo gli hanno tolto (soprattutto a Rosewall) la possibilità del confronto. Comunque questa generazione non ha ancora finito e non è detto che sarà solo per merito di Djokovic. Twitter @StefanoOlivari

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