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Pagine Olimpiche: la forza di "Pollicino" Maenza

Redazione

30 luglio 2016

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Un lottatore piccolo e magro, capace di salire sul tetto del mondo ed accaparrarsi la simpatia del pubblico italiano. Vincenzo "Pollicino" Maenza ha onorato i colori azzurri nel migliore dei modi, favorendo la visibilità di uno sport considerato minore con grandi sacrifici. Nato a Imola (Bologna) il 2 maggio 1962, Vincenzo è un ragazzino magrissimo ed affetto da scoliosi. È così che, quasi per gioco, entra in palestra e si avvicina alla lotta greco-romana nella società CISA Audax di Ravenna. Il ragazzino ha stoffa e già a 16 anni, nel 1978, viene convocato nella Nazionale maggiore: ottiene subito un secondo posto al torneo MEC in Olanda e l'anno dopo bissa l'argento ai Giochi del Mediterraneo di Spalato, sempre nella categoria che lo renderà famoso: quella dei 48 chilogrammi. Esordisce alle Olimpiadi nei Giochi di Mosca '80, concludendo al settimo posto. È l'anticamera del successo, per colui che verrà simpaticamente soprannominato "Pollicino" per corporatura minuta e grande forza dimostrata anche su avversari dal fisico più slanciato. Nel 1980 conquista un altro secondo posto nel Mondiale di Colorado Springs, poi l'anno dopo ottiene il bronzo agli Europei e ancora nel 1982 trionfa al Campionato del Mondo di Caracas, in Venezuela. L'ascesa di Maenza diventa irresistibile e l'oro olimpico di Los Angeles corona i suoi sforzi. L'Italia si accorge finalmente di lui: fa quasi tenerezza, questo piccolo campione che combatte e vince con la bilancia a tormentargli l'esistenza. Bissa l'affermazione iridata nel 1985, facendo suo anche l'oro europeo che gli mancava nel 1987. Tutti lo aspettano alle Olimpiadi di Seul e lui non delude: medaglia d'oro per la seconda volta consecutiva. Ormai Pollicino è nella leggenda. Quando si ripresenta quattro anni più tardi a Barcellona, il suo regno a cinque cerchi si chiude con l'argento per la sconfitta contro il russo Kucherenko. Nel 2005 viene introdotto nella Hall of Fame della Federazione Internazionale di Lotta. Fabio Ornano @fabio_ornano

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