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Cosa mi succede? Dove siete tutti? Non vedo più nessuno e neppure la mia amata neve, l'unico posto in cui vorrei essere ora. Eppure il traguardo sono sicuro di averlo tagliato! Vorrei solo capirci qualcosa... devo farcela, voglio farcela. Tanta gente mi vuole bene ora e io ho una missione da portare avanti sui miei sci. Sono appena riuscito a battere quel mito di Stenmark, hai visto papà? Voglio andare ancora più veloce! Sì, certo: stavolta non parliamo di slalom, ma voglio mettermi alla prova anche in discesa. Molte persone dicono che sono bravo e veloce, sta succedendo tutto così in fretta! Quella caduta in prova a Cortina mi ha lasciato però un brutto mal di testa... secondo i dottori non ho nulla. Però il dolore non mi abbandona e pure le vibrazioni degli sci si sono fatte insopportabili. Sono convinto che passerà tutto e continuerò a vincere papà, sarai ancora orgoglioso di me. Magari la volta buona potrebbe essere già qui a Lake Placid. Sono caduto di nuovo, ma sono riuscito a rialzarmi. Ce l'ho fatta? Non vedo l'ora di conoscere i risultati, ma non adesso: vado a riposarmi un po'...Leonardo David, giovane promessa azzurra dello sci, era considerato un astro nascente del Circo Bianco. Già salito sul podio più volte in Coppa del Mondo, vinse lo slalom di Oslo il 7 febbraio 1979 davanti al leggendario Ingemar Stenmark a soli 18 anni. Si cimentò nella discesa libera, nonostante la giovane età e la poca esperienza: cadde in prova a Cortina d'Ampezzo e cominciò ad accusare emicranie e vertigini. Gli accertamenti furono negativi e così si presentò alla discesa preolimpica di Lake Placid, nonostante i problemi al capo fossero nel frattempo peggiorati. Durante la gara del 3 marzo 1979 cadde nuovamente battendo il capo, si rialzò e tagliò il traguardo, tra le braccia del compagno Piero Gros. Non riprese più coscienza. Fu l'inizio del calvario di Leonardo, interventi chirurgici e luminari non riuscirono a strapparlo ad uno stato vegetativo che durò sei lunghi anni. Leonardo David morì ad appena 24 anni il 26 febbraio 1985 nella sua Gressoney, attorniato dai cari che non riuscirono ad avere giustizia. Il destino del giovane sciatore, con meno superficialità ed un briciolo di buon senso, sarebbe potuto essere diverso. Già pubblicati: Agostino Di Bartolomei (18.01.2016) Fabio Ornano @fabio_ornano
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