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10 tennisti italiani, di generazioni e prospettive diverse, nei primi 100 del ranking ATP: un record che come uomini da copertina ha il ragazzo prodigio altoatesino, Berrettini e Fognini...
Jannik Sinner è diventato numero 23 del mondo dopo l'eccellente settimana di Miami, chiusa con la finale persa contro Hurkacz: una delusione, nel senso che difficilmente in una finale di Masters 1000 si può trovare un avversario più debole del polacco, un'impresa perché compiuta a 19 anni e mezzo con il passaporto di un paese in cui si è considerati sportivamente giovani fino a 30 anni. Sinner è uno dei 10 italiani nei primi 100 posti del ranking ATP, insieme al numero 10 Berrettini, al 17 Fognini, al 34 Sonego, al 69 Travaglia, all'87 Caruso, all'87 Musetti, al 91 Mager, al 93 Cecchinato e al 96 Seppi. Un record storico, che come qualità media mette l'Italia sul piano di Stati Uniti, Spagna e Francia. Poi il fenomeno può nascere ovunque e comunque, ma i numeri dell'Italia maschile fanno impressione, anche paragonati a quelli delle donne con due sole presenze nelle top 100: la trentenne Giorgi alla posizione numero 80 e la semirecuperata Trevisan alla 99 .Ma al di là del presente, sempre in evoluzione settimana dopo settimana, in prospettiva storica una domanda già la si può fare: per il tennis maschile italiano è il miglior momento di sempre? L'unico confronto credibile, perché solo dopo il 1968, inizio dell'era Open, si possono fare confronti fra tennisti di epoche diverse, è quello con l'Italia degli anni Settanta, quella della Coppa Davis vinta nel 1976 e di almeno quattro giocatori arrivati ad altissimo livello: Panatta, come best ranking numero 4 nel 1976, Barazzutti numero 7 nel 1978, Bertolucci numero 12 nel 1973, Zugarelli numero 27 nel 1977. Se torniamo all'agosto 1976, quindi alla più alta posizione mai raggiunta da un italiano, troviamo Panatta al numero 4, Barazzutti 14, Zugarelli 38 e Bertolucci 56. Ecco, il livello medio degli italiani di oggi è già molto superiore, anche se dalla loro i campioni degli anni Settanta hanno ancora i tornei vinti e le coppe alzate. Ma in questo momento è impensabile che Sinner e Berrettini concludano le loro carriere senza aver vinto qualcosa di grande. Soprattutto Sinner, ancora in costruzione, pare avere il carisma dei predestinati.
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