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Al termine della stagione 2021 il campione di Tavullia saluterà dopo 26 anni il Motomondiale.
“Avevo detto che durante questa stagione avrei preso una decisione definitiva sul mio futuro dopo la pausa estiva, e l’ho presa: ho deciso di ritirarmi alla fine di questa stagione”. Con queste parole Valentino Rossi in una conferenza stampa organizzata nel pomeriggio di Giovedì 4 Agosto sul circuito del Red Bull Ring (lo stesso che lo aveva visto conquistare il primo podio in carriera in Classe 125) ha ufficializzato agli appassionati la sua decisione di ritirarsi dal Motomondiale al termine della stagione corrente. Finisce così nelle due ruote l’era di un grande campione, capace di conquistare nelle 26 stagioni disputate nel Motomondiale 9 titoli mondiali, 115 vittorie, 235 podi (con la possibilità di migliorare ancora questo dato), 65 pole position, 96 giri veloci. Determinante nell’assumere questa decisione è stata la prima parte di campionato, coincisa con l’approdo nel team Petronas (squadra satellite Yamaha), in cui purtroppo sono emerse ancora più prepotentemente le difficoltà del Dottore a bordo della Yamaha ufficiale, già viste negli ultimi anni. Fino all’ultimo i ragazzi della sua Academy hanno sperato che continuasse, e in particolare il fratello Luca Marini aveva proposto a Valentino di continuare ancora per una stagione (quella 2022) all’interno dello Sky Racing Team VR46 (squadra fondata nel 2014 dal campione di Tavullia in collaborazione con Sky e approdata quest’anno in MotoGp dopo gli ottimi risultati conseguiti in Moto3 e Moto 2) in modo da poter almeno disputare una stagione insieme nella stessa squadra, ma la risposta è stata negativa.
Il Motomondiale saluta così un grande campione, divenuto negli anni una leggenda all’interno del mondo delle due ruote, e capace di avvicinare moltissime persone all’interno del movimento motociclistico.
Dopo aver vinto nel 1995 il Campionato italiano di Classe 125, il 31 Marzo 1996 Valentino Rossi debutta nel Motomondiale, in occasione della prima gara stagionale in Malesia alla guida di una Aprilia del team privato AGV. Dopo il quarto posto ottenuto in Spagna e nel Gp d’Italia al Mugello, il 4 Agosto 1996 arriva per il 17enne pilota di Tavullia il primo podio nel Gp d’Austria sul circuito dell’A1 Ring (attuale Red Bull Ring), a cui segue due settimane dopo nel Gp della Repubblica Ceca corso sul circuito di Brno la prima pole position e la prima vittoria nel Motomondiale. Saranno questi i suoi lampi in una stagione d’esordio che lo vedrà chiudere al nono posto con 111 punti. Promosso nel team ufficiale Aprilia, nel 1997 Rossi conquista il suo primo titolo mondiale aggiudicandosi 11 delle 15 gare in programma (Malesia, Spagna, Italia, Francia, Olanda, Imola, Germania, Brasile, Gran Bretagna,Catalogna e Indonesia) e conseguendo ben 4 pole position (Malesia, Olanda, Imola e Germania). Inevitabile il passaggio in Classe 250, che avviene nel 1998 sempre all’interno del team Aprilia, con una buona stagione d’esordio caratterizzata dal secondo posto finale con 201 punti, 23 in meno del vincitore e compagno di squadra Loris Capirossi, e dalla conquista di cinque gare (Olanda, Imola, Catalogna, Australia e Argentina). Come già avvenuto in 125, è nel secondo anno che Rossi tende a conquistare il titolo, e così avviene anche in Classe 250, con il campione di Tavullia che nel 1999 si aggiudica nella quarto di litro il suo secondo campionato nel Motomondiale ottenendo cinque pole position (Malesia, Francia, Olanda, Germania e Argentina), e ben nove vittorie (Spagna, Italia, Catalogna, Gran Bretagna, Germania, Rep. Ceca, Australia, Sudafrica e Brasile), chiudendo la stagione davanti a tutti con 309 punti. Inevitabile la promozione in Classe 500, che avviene nel 2000 grazie alla Honda che gli mette a disposizione l’esperto capotecnico australiano Jeremy Burgess, che affiancherà Rossi fino al 2013. Se la prima parte della stagione 2000 si rivelerà essere per Valentino una stagione di apprendistato, nella seconda parte (sopratutto grazie alle vittorie in Gran Bretagna e Brasile) tornerà in gioco per il titolo iridato, chiudendo al secondo posto con 209 punti.
Rossi è pronto per puntare alla conquista del titolo iridato, che avviene puntualmente nel 2001 (in quella che è l’ultima annata della mezzo litro prima di diventare MotoGp) in virtù dei 325 punti finali, con 11 vittorie su 16 gare (Giappone, Sudafrica, Spagna, Catalogna, Gran Bretagna, Rep. Ceca, Portogallo, Pacifico, Australia, Malesia e Brasile), 4 pole position (Sudafrica, Spagna, Italia e Catalogna).
Esplode in quello stesso anno in pista la rivalità tra Valentino Rossi e Max Biaggi, nata nel 1997 in occasione dei festeggiamenti successivi alla conquista del Gp d’Italia in Classe 125 da parte di Rossi, che nel giro d’onore portò in moto una bambola gonfiabile simile a Claudia Schiffer, che venne vista dai media dell’epoca come una risposta ironica alla storia d’amore che Biaggi (vincitore di quattro titoli mondiali consecutivi dal 1994 al 1997 in Classe 250 tra Aprilia e Honda) aveva in quel momento con Naomi Campbell.
Una rivalità, quella tra Biaggi e Rossi, che vedrà due momenti topici nel 2001 con il duello senza esclusioni di colpi (con tanto di dito medio alzato da parte del pesarese a sorpasso avvenuto, dopo che un allargamento di gomito da parte del centauro romano lo aveva portato fuoripista nel giro precedente) nel corso della prima gara di campionato in Giappone, e la rissa tra i due piloti al termine del Gp di Barcellona (gara che aveva visto salire sul podio oltre a Rossi (vincitore con Honda) e Biaggi (Yamaha) anche la Ducati di Loris Capirossi) per via di alcuni spintoni iniziali tra il centauro romano e Gibo Badioli (manager e amico di Rossi). Rossi e Biaggi si sono poi scusati (dietro pressione della Dorna) prima della gara successiva (Gp d’Olanda ad Assen).
Negli anni successivi sarebbero seguiti ulteriori duelli, tra cui l’ultimo (Gp d’Italia 2005 al Mugello), caratterizzato da una stretta di mano finale. Negli ultimi anni la rivalità è andata progressivamente scemando al punto che lo stesso Biaggi nelle ore successive all’annuncio del ritiro di Rossi ha auspicato sui social la possibilità che un giorno lui e Valentino possano trovarsi insieme davanti a un buon bicchiere di vino a sorridere nel ricordo di quei momenti.
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Nel 2002 la Classe 500 cambia vestito trasformandosi in MotoGp: via le moto con motore a due tempi da 500 cm³ di cilindrata (seppur ammesse eccezionalmente in quella prima stagione), dentro le moto a quattro tempi con cilindrata da 1000 cm³. Valentino Rossi però non risente di questo cambiamento sebbene non lo apprezzi fortemente al punto da valutare inizialmente anche l’ipotesi di correre con una vecchia moto a due tempi, e così nel 2002 e nel 2003 si riconferma Campione del mondo dominando entrambi i campionati. Se nel 2002 il campione di Tavullia conquisterà 355 punti (facendo segnare sette pole position e ben 11 vittorie su 16 gare diventando il primo motociclista a laurearsi campione in quattro classi differenti), nel 2003 saranno 357 i punti conquistati (facendo segnare nove pole e nove vittorie) al termine di una stagione che vedrà a fine anno il divorzio tra Rossi e la Honda, con il pesarese che accetterà la proposta della rivale Yamaha, portando con se buona parte del suo staff, a cominciare dal capomeccanico Jeremy Burgess, e regalando alla casa del diapason già nel loro primo anno di contratto le prime soddisfazioni iridate. Rossi nel 2004 si confermerà infatti a bordo della nuova moto (la YZR-M1) Campione del Mondo superando le Honda di Max Biaggi e di Sete Gibernau ottenendo cinque pole position e ben otto vittorie, chiudendo la stagione con ben 304 punti. Rossi si ripeterà l’anno successivo (2005), conquistando con quattro gare di anticipo il secondo Mondiale consecutivo con Yamaha (il settimo in carriera) ottenendo nelle 17 gare facenti parte del Mondiale ben undici vittorie, chiudendo la stagione con 367 punti.
Se il 2006 vede Rossi classificarsi secondo nel Mondiale alle spalle della Honda dell’ex compagno di squadra Nicky Hayden, e il 2007 terzo alle spalle della Ducati dell’australiano Casey Stoner e della Honda dello spagnolo Daniel Pedrosa, nel 2008 e nel 2009 Valentino torna a vincere gli ultimi due titoli mondiali della sua carriera all’interno però di una rivalità in casa Yamaha con il suo nuovo compagno di squadra, il campione spagnolo della Classe 250 Jorge Lorenzo. Vuoi la differente gommatura (Rossi con Bridgestone, Lorenzo con Michelin), vuoi una reciproca insofferenza, nei primi Gp assisteremo addirittura all’innalzamento di un muro tra i due piloti all’interno dello stesso box affinché non ci fosse il benchè minimo scambio di informazioni tra i tecnici addetti alle due moto. Ciò non impedirà comunque al Dottore di conquistare, come detto, nel 2008 e nel 2009 il titolo mondiale: se nel 2008 Rossi chiude la stagione con nove vittorie dopo un inizio non facile, nel 2009 bastano sei vittorie per confermarsi Campione del mondo, con Lorenzo secondo classificato.
Anche il 2010 sembra iniziare bene per Valentino, che nelle prime tre gare ottiene una vittoria in Qatar, un terzo posto in Spagna e un secondo posto in Francia. La sfortuna però, è in agguato: nel corso delle prove del Gp d’Italia, il campione di Tavullia viene disarcionato dalla sua Yamaha riportando la frattura scomposta di tibia e perone, che lo porterà a saltare oltre alla gara del Mugello le tre corse successive (Gran Bretagna, Olanda e Catalogna). Rossi tornerà in Germania a poco più di un mese dall’infortunio, ma è chiaro a tutti che non può essere da subito competitivo: dopo il terzo posto ottenuto a Laguna Seca prima della sosta e a Misano dopo la pausa estiva, il Dottore tornerà ad essere particolarmente competitivo sul finale di stagione ottenendo una vittoria (Malesia), un secondo posto (Portogallo) e ben tre terzi posti (Giappone, Australia, e Gp della Comunità Valenciana). Al termine della stagione, Rossi lascia la Yamaha per approdare in Ducati con il sogno di poter conquistare il titolo con una moto italiana, così come fece Giacomo Agostini con la MV Agusta, ma lo scarso adattamento alla Desmosedici consentirà a Valentino di ottenere come miglior risultato nel biennio 2011-2012 solamente tre podi (terzo posto in Francia nel 2011, secondo posto in Francia e a Misano nel 2012) prima di tornare nuovamente in Yamaha a partire dal 2013 al fianco di Jorge Lorenzo, con cui la rivalità era andata progressivamente a scemare negli anni in Ducati.
Se nel 2013 Rossi chiuderà al quarto posto con un’unica vittoria ad Assen, nel 2014 il Dottore tornerà a lottare seriamente per il titolo chiudendo in seconda posizione con 295 punti alle spalle dello spagnolo Marc Marquez (362), ottenendo due vittorie (Misano e Australia), sei secondi posti e cinque terzi posti.
Nel 2015 Rossi arriva molto vicino alla conquista del suo decimo titolo iridato, ma è costretto a desistere in seguito alla penalità inflitta al campione di Tavullia al termine del Gp di Malesia (concluso al terzo posto dietro alla Honda di Pedrosa e alla Yamaha del compagno di squadra Lorenzo) per via di un possibile contatto con la Honda di Marc Marquez, che avrebbe successivamente portato alla caduta del pilota spagnolo. Rossi si trova così al via dell’ultima gara stagionale a Valencia a dover partire dal 26° e ultimo posto in griglia: inizierà una lunga rimonta che lo porterà al quarto posto finale, insufficiente però per conquistare il titolo, aggiudicatosi per soli cinque punti di vantaggio da Lorenzo.
Rossi continuerà a lottare contro Marquez per il titolo chiudendo al secondo posto nella Classifica Piloti nel 2016 e nel 2017, ottenendo però solamente tre vittorie: due nel 2016 in Spagna e in Catalogna, e una nel 2017 nel Gp d’Olanda corso sul circuito di Assen, in quella che a oggi è l’ultima vittoria del Dottore nel Motomondiale.
Dopo aver chiuso nel 2018 al terzo posto alle spalle del duo Marquez-Dovizioso in una stagione che lo vedrà conseguire cinque podi nelle prime nove gare (un secondo posto in Germania e quattro terzi posti in Qatar, Francia, Italia e Catalogna), Valentino nel 2019 dopo un avvio piuttosto positivo (con due secondi posti nelle prime tre gare in Argentina e nel Gp degli Usa ad Austin) comincia sempre più a trovarsi in difficoltà nel guidare la sua moto a differenza del neo compagno di squadra Vinales o del giovane talento del team Petronas Fabio Quartararo, al punto che nel 2020 viene ufficializzato il suo passaggio nel team satellite Petronas, al fine di assicurare l’approdo in prima squadra del giovane pilota francese.
Proprio il 26 Luglio 2020 Valentino ottiene un’ultima gioia nel team ufficiale Yamaha in quello che sarà il suo annus horribilis (concluso al quindicesimo posto) tra difficoltà tecniche e l’assenza per alcune gare a causa del Covid: il terzo posto in occasione del Gp dell’Andalusia a Jerez.
Approdato quest’anno nel team Petronas (squadra satellite Yamaha), la sua competitività risulta purtroppo peggiorata rispetto alle ultime annate: da qui la decisione sofferta di ritirarsi al termine della stagione corrente.
Se al termine della stagione 2021 Valentino Rossi si ritirerà dal Motomondiale, questo non vuol dire che finirà in contemporanea anche la sua carriera di pilota. Come spiegato nel corso della Conferenza Stampa, il campione di Tavullia continua e continuerà per sempre a sentirsi un pilota. Ecco perché, a domanda formulata dalla stampa, Valentino ha rivelato che la sua intenzione, una volta finita la sua carriera con le moto, sarebbe quella il prossimo anno di continuare a correre con le macchine. Non deve assolutamente stupire questa decisione: fin da piccolissimo Rossi era affascinato dal mondo delle macchine, al punto che già all’età di nove anni, infatti, aveva acquisito la licenza per guidare i kart. Poi, come la storia (e lo stesso Rossi) ci racconta, la sua carriera grazie a una minimoto ha preso la direzione delle due ruote, ma il fascino delle quattro ruote ha sempre stregato il campione di Tavullia, come ci dimostrano i test svolti con la Ferrari il 21 Aprile 2004 a Fiorano, nel 2005 al Mugello, nel 2006 a Valencia in quello che fu il primo test serio del Dottore al volante della Rossa, e infine al 2008 di nuovo al Mugello e a Barcellona. In quelle sessioni il Dottore impressionò tantissimo non solo Michael Schumacher ma addirittura l’allora management del Cavallino, al punto che l’ex Presidente Luca Cordero di Montezemolo propose a Valentino di fare un anno in Sauber in Formula 1 prima di approdare al volante della Rossa per sostituire il ritirato Schumacher. Rossi ringraziò moltissimo, ma alla fine decise di restare al volante della sua Yamaha, con cui avrebbe poi vinto il titolo nel 2008 e nel 2009.
Questo, però, non gli ha impedito di compiere altre esperienze su quattro ruote, come ad esempio nel 2019 un test congiunto che a Valencia lo ha visto guidare la Mercedes W08 del 2017 di Lewis Hamilton, con il campione inglese al volante della sua Yamaha, o di partecipare nel corso degli anni ad alcune gare del Mondiale Rally o di partecipare sempre nel 2019 assieme al fratello Luca Marini e all’amico Alessio Salucci (detto Uccio) alla 12 Ore del Golfo, trionfando con una Ferrari 488 GT3 nella categoria Pro Am. Ecco, quindi, che una possibile partecipazione nelle gare endurance (ad esempio nella 24 Ore di Le Mans) non è assolutamente da escludere. Con l’auspicio che Valentino possa continuare a regalare ai suoi tifosi tutte quelle emozioni che hanno caratterizzato i suoi 26 anni all’interno di quel mondo speciale che è rappresentato dal Motomondiale.
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