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Vincendo agli Australian Open un'epica finale contro Medvedev lo spagnolo ha conquistato anche il ventunesimo titolo di uno Slam, superando Federer e Djokovic e riaccendendo una discussione eterna...
Rafael Nadal è il più grande tennista di sempre? La pazzesca finale degli Australian Open 2022 vinta al quinto set (2-6, 6-7, 6-4, 6-4 7-5 il punteggio) contro Daniil Medvedev è una delle partite più importanti della sua vita, paragonabile alla finale di Wimbledon 2008 contro Federer ma con un sapore del tutto diverso. Perché a 35 anni e mezzo Nadal era stato dato per finito ancora una volta ed ancora una volta ha saputo non soltanto vincere, ma anche rinnovarsi, cambiando un po' gioco, prendendo più rischi ed accorciando gli scambi. A dire il vero contro Medvedev si sono visti anche tanti momenti di vecchio Nadal, quello che recuperava palle impossibili e che costringeva anche i più grandi a giocare uno, due, tre colpi vincenti in più per chiudere il punto. È stato così anche con un Medvedev perfetto nel primo set ma di livello molto alto anche negli altri quattro, fra un litigio con il pubblico (che però non lo deconcentra, lui ha la testa di McEnroe) e l'altro. Un pubblico di Melbourne schierato quasi totalmente dalla parte del vecchio campione, come di solito avviene, senza contare la simpatia di Medvedev per Djokovic.
Non ci siamo ancora ripresi dalle 5 ore e mezzo di partita, ma già ci chiediamo se la discussione sul più grande di sempre si riaprirà. La risposta è sì. Vincendo l'Australian Open 2022, da sfavorito secondo i bookmaker e secondo quanto si era visto fin qui, Nadal è diventato l'uomo con il maggior numero di tornei dello Slam vinti, 21 contro i 20 di Federer e Djokovic, ma anche uno dei quattro ad avere vinto per almeno due volte tutti e quattro i tornei dello Slam, insieme a Djokovic, Laver ed Emerson. Il suo primo successo a Melbourne risaliva addirittura al 2009, in finale su Federer. E con i record potremmo andare avanti a lungo, ma senza citare la storia del tennis le statistiche valgono poco.
Perché fino al 1987 l'Australian Open è stato un torneo di Serie B. A volte l'avevano giocato e vinto alcuni campioni, di solito australiani quando l'Australia era la potenza del tennis, ma gli altri ci andavano poco o addirittura mai. Bjorn Borg l'ha giocato una volta sola, a 17 anni, ed è presumibile che per lui manchino all'appello almeno cinque vittorie (all'epoca si giocava sull'erba, come a Wimbledon che Borg vinse appunto cinque volte). Jimmy Connors nella sua più che ventennale carriera ci andò solo due volte: una volta vinse ed un'altra arrivò in finale. Insomma, prima della svolta verso il cemento ed il trasferimento a Flinders Park (oggi Melbourne Park) del 1988 quello australiano era il torneo dello Slam che si poteva disertare senza perdere status.
La carriera di Nadal si può confrontare quindi con quelle dei campioni dagli anni Novanta in poi, senza contare che da inizio millennio superfici e palline sono cambiate di molto, riducendo le differenze ed anche il numero dei cosiddetti specialisti. Nel vecchio tennis Nadal lo sarebbe stato della terra battuta, in quello moderno è stato ed è un campione ovunque anche se è chiaro che il suo regno rimane il Roland Garros vinto 13 volte. Si può senz'altro dire che lui è stato penalizzato dal fatto che due Slam su quattro si giochino su quello che continuiamo a chiamare cemento (in realtà Green Set in Australia e Laykold agli US Open), rispetto a Djokovic e Federer. E si può dire senza timore di smentita che lui sul veloce sia stato rispettivamente più forte e molto più forte di Djokovic e Federer sulla terra. Insomma, affermare che Nadal sia il miglior tennista di tutti i tempi non è una bestemmia, così come non lo è dirlo di Djokovic e Federer. Magari senza aver cambiato il tennis come lo ha cambiato Borg o avere la classe pura di Laver. Ma quello che sta facendo Nadal rimane da brividi.
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