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Opening Ceremony - Olympic Games Paris 2024: Day 0

PARIS, FRANCE - JULY 26: Arianna Errigo and Gianmarco Tamberi, Flagbearers of Team Italy, wave their flag on the team boat along the River Seine during the opening ceremony of the Olympic Games Paris 2024 on July 26, 2024 in Paris, France. (Photo by Maja Hitij/Getty Images)© Getty Images

Giochi senza frontiere

Parigi 2024, giorno 3: una brutta apertura, le emozioni di Muhammad Ali e la solidarietà di Monaco

26 luglio

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Con una delle più brutte cerimonie di apertura di sempre i Giochi Olimpici di Parigi 2024 sono iniziati ufficialmente. La sfilata in barca sulla Senna è stata troppo dispersiva, senza la magia e il calore di uno stadio: paradossalmente proprio la pioggia battente ha creato il minimo sindacale di atmosfera, ma non è il caso di discuterne troppo visto che della cerimonia di apertura importa soltanto a chi non è interessato allo sport. Da questa baracconata (come definire l’Ultima Cena in chiave drag queen?) che ha ricordato un po’ Giochi senza frontiere e un po’ l’Eurovision Song Contest non sono usciti bene né i valori olimpici né la grandeur della Francia, al di là della retorica di un logorroico Estanguet, di un Bach in versione fanboy (“Parigi, la città dell’amore”) e di un Macron asciutto e istituzionale. Da salvare la parte dance e la chiusura in crescendo con il grande ritorno di Celine Dion e l’Hymn a l’Amour portato al successo da Edith Piaf. Quanto a noi, Gianmarco Tamberi e Arianna Errigo sono stati i portabandiera della grossa spedizione italiana, con lo schema uomo-donna replicato da tanti. Ma tutto l’insieme ha fatto sì che i portabandiera di fatto scomparissero, messi sullo stesso piano di tutti gli altri: LeBron James non si è quasi visto. LeBron James.

Alla fine l’unico momento che entra davvero nella storia è quello dell’ultimo tedoforo, introdotto a Berlino 1936: ecco, con la torcia passata da Zidane a Nadal a Serena Williams a Nadia Comaneci a Carl Lewis a Amelie Mauresmo a Tony Parker si era partiti molto bene, un misto di stelle francesi e internazionali, poi i tedofori sono diventati tutti francesi e la chiusura, cioè l’accensione del braciere olimpico, è stata assegnata a Marie Jose Perec e Teddy Riner. Confessiamo di avere sperato fino all’ultimo in Michel Platini. Tanti campioni e qualche mezza figura, in ogni caso come emozioni si è andati lontanissimi dal Paavo Nurmi 1952 e soprattutto dal Muhammad Ali 1996. Gli atleti hanno comunque sempre il loro perché e del resto era impossibile non metterli.  

In caso di attentato con morti le Olimpiadi andrebbero avanti lo stesso? Non è una domanda accademica, perché è bastato il sabotaggio dei TGV e qualche allarme bomba per gettare nel panico la Francia proprio nel giorno della cerimonia di apertura. Niente è controllabile al 100%, soprattutto nei paesi democratici, quindi il morto può sempre arrivare, in qualsiasi situazione. È chiaro che il precedente da considerare è quello di Monaco 1972, quando un gruppo di terroristi palestinesi uccise 11 atleti israeliani: una vicenda più volte raccontata in libri e film (Munich di Spielberg il più famoso), mentre meno raccontato è il dibattito sportivo che avvenne dopo quei fatti. Avvenuti il 5 e 6 settembre, quasi a metà dei Giochi. Meno raccontato perché non ci fu alcun dibattito: il CIO dopo un giorno di stop decise di proseguire con le gare (si era a metà del programma dell'atletica, fra l'altro) cavandosela con una cerimonia commemorativa generica: l’allora presidente Avery Brundage non fece alcun riferimento ai fatti ma solo a imprecisati valori olimpici da difendere. Quanto alle bandiere a mezz’asta, i paesi arabi e l’Unione Sovietica dissero di no. Israele ritirò i suoi atleti dalle rimanenti gare, ma non chiese di sospendere i Giochi e del resto la sensibilità dell'epoca era diversa. E gli atleti delle altre nazioni? In gran parte se ne fregarono, tante è vero che i pochi che dissero no a questa indifferenza sono passati alla storia: su tutti l’olandese Wilma van den Berg, fra le favorite dei 200 metri, che dopo aver vinto il suo quarto di finale si ritirò in omaggio alle vittime. Tornando al presente, nel 2024 è inimmaginabile che i Giochi possano andare avanti dopo episodi del genere e lo sanno tutti, ma proprio tutti. Ma è meglio non pensarci. Da adesso soltanto sport, senza respiro.

stefano@indiscreto.net

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