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Swimming - Olympic Games Paris 2024: Day 3

NANTERRE, FRANCE - JULY 29: Thomas Ceccon of Team Italy celebrates after winning gold in the Men’s 100m Backstroke Final on day three of the Olympic Games Paris 2024 at Paris La Defense Arena on July 29, 2024 in Nanterre, France. (Photo by Quinn Rooney/Getty Images)© Getty Images

Ceccon il predestinato

Parigi 2024, giorno 6: l'oro nei 100 dorso, l'argento di Macchi, l'Italia del calcio, l'uscita di Nadal e il Covid di Peaty

29 luglio

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L’oro di Thomas Ceccon nei 100 dorso conferma l’Italia superpotenza del nuoto con prime, seconde e terze linee, l’argento di Filippo Macchi nel fioretto salva una spedizione italiana nella scherma fin lì disastrosa, in attesa delle gare a squadre che un po' rimetteranno a posto le cose. In ogni caso puro ossigeno in una prima parte di Olimpiade in cui tante occasioni di medaglia sono state perse. Ovviamente la copertina è per Ceccon, perché se Martinenghi era fra i più forti Ceccon come primatista del mondo e pluricampione di tutto, mondiale ed europeo, senza dimenticare le altre tre medaglie olimpiche (l’ultima sabato scorso nella 4x100 stile libero), era il grande favorito, oltre che uno di quei campioni naturalmente personaggi che gli sport diversi dal calcio devono tenersi stretti. Situazione sempre difficile da gestire, soprattutto sulle distanze più brevi. Un predestinato che arriva a destinazione, che meraviglia.

Ma anche Macchi ha fatto una grossa cosa, perché la scherma di quelle tre o quattro nazioni è finita: nei sei tornei individuali hanno infatti vinto due hongkonghesi, uno statunitense, un sudcoreano, un giapponese e un francese, in omaggio ai vecchi tempi. Probabile che le medaglie di squadra tornino ad essere assegnate in maniera più tradizionale, anzi sicuro visto che si parte dai quarti di finale in torneini dove l’importante è esserci e l’Italia c’è, in sei su sei. Lì il medaglificio può tornare ad operare a pieno regime.

Inutile dire che l’analisi video delle ultime stoccate fra Macchi e Cheung Ka Long, del tutto incomprensibili al pubblico generalista, alimenterà le lamentele per certe decisioni arbitrali nel judo, nella boxe e nella stessa scherma. Siccome l’Olimpiade non è seguita solo dagli esperti dei singoli sport, per fortuna di questi sport, alla fine il messaggio che sta passando è quello di una sorta di complotto interdisciplinare (peccato essere rimasti fuori con il calcio) contro l’Italia, con mandanti oscuri e motivazioni ancora più misteriose, visto che l’Italia ospiterà le prossime Olimpiadi invernali, ha 3 membri nel CIO (Malagò, Ivo Ferriani e Federica Pellegrini) ed organizza eventi internazionali a ciclo continuo. Certo è difficile dire che alcuni sport sono inarbitrabili, anche se nelle interviste a caldo un po' Malagò l'ha detto, perché tante volte questi sport ci hanno detto bene. Il gigantesco non detto è comunque che alcuni di questi atleti, ma soprattutto molti dei loro dirigenti, si stanno comportando come quelli del vituperato calcio. 

La sessantesima e ultima sfida fra Novak Djokovic e Rafa Nadal, uno dei momenti clou dell’Olimpiade in ogni caso, è stata un massacro. Per certi versi un po’ triste ma per altri romantico, come è logico che fosse fra il numero 2 del mondo, fresco finalista a Wimbledon, ed un altro fenomeno che però mostra di più i segni del tempo fra un infortunio e l’altro. Troppo diversa la velocità di crociera, con il serbo che è andato via tranquillo senza strafare, addirittura accettando il braccio di ferro sulla diagonale diritto di Nadal-suo rovescio, che tanti problemi al Roland Garros gli ha creato, ed in generale evitando di accorciare sul diritto di Nadal. Ma a parità di testa, di classe e di personalità il Nadal di oggi tira più piano, comunque non abbastanza forte da comandare lo scambio. Sul 6-1 4-0 il serbo ha rallentato, non crediamo per pietà, forse perché sorpreso dalla facilità del tutto, ma soprattutto Nadal non ha accettato l’umiliazione, e così l’eroico ultimo urrah dello spagnolo lo ha fatto rimontare fino al 4-4, con il pubblico dello Chatrier impazzito. Ma Djokovic, abituato a giocare contrare contro il pubblico, per la verità meno becero che in altre occasioni, non ha fatto una piega e ha portato a casa la partita grazie al superiore ritmo: ormai lui e Nadal, di un anno più anziano, giocano due sport diversi e non è offensivo dirlo. La loro quasi ventennale sfida, iniziata proprio al Roland Garros nel 2006, finisce 31-29 per il serbo (8-3 per Nadal i confronti su questo campo, invece) e già rimpiangiamo entrambi. Per lo spagnolo non è però ancora il momento dell’uscita di scena, visto l’impatto che potrebbe avere una medaglia con Alcaraz nel doppio. Quanto agli italiani, una Paolini davvero formato Slam ha fatto ciò che ha voluto nel secondo set contro la Linette, dopo una certa fallosità nel primo, e adesso negli ottavi affronta la Schmiedlova, che anche la Paolini precedente, cioè quella fino al gennaio 2024, batteva spesso. L’orizzonte è un quarto di finale contro Krejcikova o Pegula, per giocarsi l’accesso alla zona medaglie, e le sensazioni soprattutto sul diritto sono buone. Vavassori ha fatto molto più del suo uscendo al terzo set contro Ruud, ingiudicabile invece l’uscita di scena dell’improvvisato, per il forfait di Sinner (ormai causa di tutti i mali del mondo, pare: ultimo episodio lo sfogo di Cobolli padre), doppio Musetti-Darderi che comunque si è battuto alla grande contro Jarry-Tabilo, uscita che fa meno male di quella di Bolelli-Vavassori. Sempre Vavassori insieme alla Errani è nei quarti del doppio misto, torneo che potrebbe avere un senso (soprattutto oggi, con l’esplosione delle prove miste un po’ in tutti gli sport) ma che è offensivo far partire dagli ottavi.

Da peste del secolo, che ha cancellato o condizionato almeno due stagioni di tutti gli sport (per tacere del resto), con morti reali che si sono saldati a paure irrazionali, la trasformazione a semplice influenza nel giro di tre anni. Questa è la storia sportiva del Covid-19, senza inerpicarci in discorsi medici e politici al di là delle nostre competenze. Adam Peaty è infatti risultato positivo al Covid ed ha ammesso di essersi sentito male già prima della finale dei 100 rana, dove da favorito ha poi terminato secondo dietro a Nicolò Martinenghi. Peaty spera di recuperare per la staffetta mista di venerdì ed in ogni caso la sua vicenda è tenuta bassissima. Perché sarebbe come ammettere di aver esagerato, al di là dei Giochi di Tokyo quasi cancellati e poi disputati senza pubblico, in un contesto blindato in cui un Peaty positivo avrebbe creato il panico e certo non avrebbe potuto gareggiare. Certo il Covid-19 non sarà il principale ostacolo di una carriera in cui ha dovuto superare depressione, alcolismo e il classico burnout del nuotatore.

stefano@indiscreto.net

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