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Paris 2024 Olympic Games - Italia medaglia d'argento nella gara a squadre di ginnastica artistica

Awards ceremony of Women\'s team final artistic gymnastics at the 2024 Summer Olympics, Tuesday , July 30  , 2024, in Paris, France. (Photo by Spada/LaPresse)© LAPRESSE

Un secolo di donne

Parigi 2024, giorno 7: l'impresa nella ginnastica, la spada d'oro, il sogno della Paolini e la gioia della Pilato

30 luglio

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Un argento che vale oro: le ragazze della ginnastica meritano il bonus per questa frase fatta, visto che il loro secondo posto dietro alle americane che hanno Simone Biles come stella che piace alla gente che piace è una medaglia che mancava da quasi un secolo, da Amsterdam 1928 quando le ginnaste di Pavia vinsero la prima medaglia olimpica femminile dello sport italiano. Manila Esposito, Alice D’Amato, Angela Andreoli, Elisa Iorio e Giorgia Villa sono nella storia, così come le donne che hanno vinto l’oro nella spada a squadre in finale contro la Francia in un Grand Palais caldissimo: Alberta Santuccio, autrice della stoccata del 30-29, Rossella Fiamingo, Giulia Rizzi e Mara Navarria hanno dimostrato in una situazione difficilissima che non c’è alcun complotto planetario contro l’Italia, al di là di errori arbitrali anche gravissimi in sport strutturalmente inarbitrabili come scherma e judo: difficile immaginare un complotto pro Hong Kong ma non pro Francia dei poteri forti della scherma. Di enorme spessore anche la terza medaglia azzurra di giornata, il bronzo di un Gregorio Paltrinieri che si è battuto benissimo negli 800 stile libero: per lui, alle Olimpiadi da Londra 2012, la quarta medaglia a cinque cerchi e per l’Italia un po’ di gioia che potrebbe fare bene anche al resto della spedizione. Per adesso, dopo quattro giornate di medaglie sulle sedici totali, l’Italia di Malagò è a 3 ori, 4 argenti e 4 bronzi: una contabilità senza senso, che non tiene conto di popolazione e di sistemi sportivi (in Botswana ci sono poliziotti pagati per fare scherma?), oltre che dell’importanza dei singoli sport nel mondo, ma le Olimpiadi sono anche questo. Togliendo il nazionalismo rimarrebbe ben poco. 

La pressione derivante dal nuovo status, peraltro guadagnato sul campo al Roland Garros e a Wimbledon, ha tolto a Jasmine Paolini il sogno olimpico in singolare, mentre quello in doppio insieme a Sara Errani porsegue. Troppo tesa, troppo fallosa nei tanti scambi che ha comandato, con una faccia cupa che non le avevamo mai visto nemmeno nelle peggiori occasioni. Soltanto con la testa si può infatti spiegare una sconfitta della Paolini come quella contro la Schmiedlova, in cui si fa fatica a contare tutte le occasioni buttate via, con un primo set perso da un vantaggio di 5-2, un terzo in cui ha servito sul 5-4 ed una partita in cui in generale ha avuto in mano il pallino del gioco sia nei suoi turni di servizio sia in quello della slovacca numero 67 del mondo, che contro la Paolini aveva perso 6 delle precedenti 8 partite, 2 su 2 contando soltanto i precedenti sulla terra. Il tennis però non mente e la Schmiedlova non ha rubato nulla visto che la toscana si è suicidata. Il quarto con la Krejcikova non sarebbe stato già vinto, anzi, ma il fatto che da quella parte di tabellone siano state eliminate Sakkari e soprattutto Gauff aggiunge rimpianto al rimpianto. Ma certo non si può dire alcunché ad una giocatrice diventata numero 5 WTA e che ha dato tutto ciò che aveva: meno rispetto a poche settimane fa. Ma paradossalmente questa sconfitta conferma il livello della nuova Paolini, una che decide quando vince e quando perde: di puro orgoglio, dopo questa delusione, ha strappato la qualificazione ai quarti nel doppio: una medaglia uscita dalla porta può rientrare dalla finestra. Davvero molto bene, per atteggiamento e per il resto, Lorenzo Musetti contro il terraiolo Navone. Chi lo divide dalla zona medaglie? Fritz, con il quale sulla terra può fare partita pari e anche di più (lo ha appena battuto a Wimbledon, fra l'altro), poi nei quarti Zverev, campione olimpico in carica. Il gioco poi può proseguire con Djokovic in semifinale ed Alcaraz in finale. Un oro impossibile, diciamolo, ma Musetti sta giocando alla Musetti e sente le Olimpiadi: va bene così.

Il quarto posto è il risultato più amaro, anche quando si è dato tutto? Pensiamo di sì e probabilmente a mente fredda lo pensa anche Benedetta Pilato, il cui pianto di apparente felicità dopo il quarto posto, a un centesimo dal bronzo, nei 100 rana, ha commosso anche chi non la conosceva. Chi nelle interviste e nei commenti a caldo si è stupito della sua felicità, che sembrava ostentata per convincere sé stessa più che i telespettatori, ha osato rompere il muro dell’ipocrisia e per questo è stato attaccato. Qui non si tratta di sottovalutare un quarto posto olimpico, ma di trattare la Pilato come la campionessa (anche mondiale ed europea, e ha soltanto 19 anni) che è.

stefano@indiscreto.net

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