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Parigi 2024, giorno 10: la finale di Errani e Vinci, troppo Djokovic per Musetti, il peso di Fabbri e l'argento che non ci sarà più.
Jasmine Paolini e Sara Errani hanno giocato da favorite ogni partita del torneo di doppio e sarà così anche per la finale di domenica 4 agosto contro Mirra Andreeva e Diana Shnaider. In semifinale sono state semplicemente perfette contro Karolina Muchova e Linda Noskova, che mai prima di pochi giorni fa avevano giocato il doppio insieme ma che comunque andavano rispettate avendo fatto fuori le teste di serie numero 1 Gauff-Pegula. Come al solito Paolini ed Errani hanno puntato sulla ricerca degli angoli in relativa sicurezza per poi attaccare a partire dal terzo o quarto colpo dello scambio: un’intelligenza e un’intesa che mascherano i limiti al servizio della Errani (che anche in semifinale non ha fatto mandare il suo signature shot, il servizio dal basso alla Chang ma a questo punto più alla Errani, visto che in realtà Chang lo usò quasi soltanto nel suo magico Roland Garros 1989) e i cali di concentrazione della Paolini, che probabilmente le sono costati l’oro in un singolare che vedrà in finale la Vekic e la Zheng. Per la Errani, 37 anni e quinta partecipazione olimpica, un risultato mai raggiunto nemmeno nel bellissimo periodo con Roberta Vinci, compagna di tanti trionfi (tutti e quattro i tornei dello Slam, per dire): a Londra 2012 furono sconfitte nei quarti dalle sorelle Williams che poi avrebbero vinto l’oro, a Rio ancora quarti battute dopo una grande battaglia da Safarova e Strycova. A Tokyo in coppia già con la Paolini stop agli ottavi contro le sorelle Kichenok. Ma questo per lei sarebbe l’oro della rinascita, di una che dopo essere stata in vetta è ripartita dal basso, fra indifferenza e derisione del gener 'Ma chi te lo fa fare?'. Quanto alla Paolini, dopo le finali in cui quasi si sentiva un’intrusa (sbagliando, perché nel tennis non ci sono regali) questa è una davvero da vincere. Anche se le due giovani russe, sulla carta tutt’altro che buone doppiste ed in ogni caso coppia improvvisata, sono in enorme ascesa e tirano fortissimo, senza coscienza: diversamente non avrebbero battuto Krejcikova e Siniakova, coppia che ha vinto sette Slam e mille altre cose.
Un Djokovic superlusso, il migliore del 2024, non ha lasciato scampo a un Lorenzo Musetti che nel primo set e nella prima parte del secondo della semifinale è sembrato sempre sul punto di far girare la partita in suo favore. Ma Djokovic non aveva alcuna intenzione di fare lo spettatore del Musetti show ed ha giocato profondo con un’attenzione maniacale, puntando prima di tutto ad evitare le sbracciate di Musetti, che comunque fiuno a quando c'è stata partita ha letto benissimo i servizi del serbo. Poi quando il match ha preso una certa direzione Djokovic ha vinto anche gli scambi stile braccio di ferro, ma finale olimpica, la prima e presumibilmente ultima della sua vita, se l’è guadagnata con l’attenzione e la testa contro un avversario che all’ottavo scontro diretto ormai conosce perfettamente. Detto questo, un Djokovic anche solo al 90%, o con il problema al ginocchio reale e non figlio della pretattica, contro questo Musetti avrebbe perso invece di andare alla finale delle finali contro Alcaraz. Per Musetti al termine di questa bellissima settimana l’opportunità di un bronzo da guadagnarsi contro Auger Aliassime, partita difficilissima sia per lo stato di forma del canadese, ufficialmente un giocatore da veloce ma che nel 2024 il meglio l’ha dato sulla terra, senza contare che per caratteristiche è stato in passato indigesto a Musetti. Sarebbe un bronzo meraviglioso, sarebbe un quarto posto fra i più amari dei già amari quarti posti.
Dopo le delusioni nella marcia l’atletica azzurra ha dato qualche buon segnale in pista, rimandando di qualche giorno le critiche a Mei e La Torre per una programmazione che puntato alla passarella casalinga dell’Europeo e a medaglie ovviamente più facili. Zaynab Dosso non ha offerto una grande impressione nelle batterie dei 100, ma si è comunque qualificata alle semifinali, così come Arese nei 1500. Qualificati per le finali Fabbri (con la miglior misura, la medaglia azzurra più probabile è la sua) e Weir nel peso, la Osakue nel disco, la Derkach nel triplo, la bellissima 4x400 mista (Sito, Polinari, Scotti e Mangione), la Battocletti nei 5000. Fra chi è andato ai ripescaggi, innovazione per non penalizzare chi corre nelle prime batterie, e chi è stato proprio eliminato non ci sono state sorprese negative, quindi in questo senso una giornata tranquilla. Illuminata dal record del mondo degli Stati Uniti nella 4x400 mista, gara giovane e quindi con grandi margini, e da un bellissimo 10000, gara invece antica che resiste a dispetto dei troppi aspiranti maratoneti, corso su tempi notevolissimi per un grande evento e con vittoria del primatista del mondo Cheptegei.
Nel conteggio del settimo giorno di Parigi 2024 che assegna medaglie, il decimo di gare, non rientra la finale di Errani-Paolini, per l’argento o l’oro vedremo domenica. Quindi la medaglia italiana di venerdì 2 agosto è soltanto una: l’argento con Stefano Oppo (bronzo a Tokyo insieme a Stefano Ruta) e Gabriel Soares secondi in rimonta nel doppio pesi leggeri, seconda medaglia nel canottaggio azzurro dopo l’argento nel quattro di coppia. Una gara malinconica, che da Los Angeles 2028 sarà tagliata per creare spazio (spazio al villaggio olimpico, evidentemente) al canottaggio in mare. Quarto posto per Tocci e Marsaglia nei tuffi 3 metri sincro, come quello della Bertocchi e della Pallacani. In entrambi i casi, maschi e femmine, per trovare l’ultima medaglia olimpica italiana bisogna risalire ai Cagnotto: solo che quella di Giorgio, bronzo dal trampolino, è datata 1980, mentre le due di Tania, da sola (bronzo) e in coppia con Francesca Dallapé (argento), sono del 2016. Altra delusione dalla scherma con la squadra maschile di spada, eliminata subito nei quarti dalla Repubblica Ceca.
stefano@indiscreto.net
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