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Paris 2024 Olympic Games - Athletics - Women's 10000 Final

Nadia Battocletti during Women's 10000 Final at the 2024 Summer Olympics , Friday , August 9 ,  2024, in Paris, France. (Photo by Spada/LaPresse)© LAPRESSE

La corsa di Nadia Battocletti

Parigi 2024, giorno 17: l'argento nei 10000, l'onore della staffetta, un bronzo per Cuba, l'attacco di De Giorgi, la protesta della pallanuoto, l'Italia da 3x3 e il sorpasso su Tokyo

9 agosto

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Immensa Nadia Battocletti, medaglia d’argento olimpica nei 10000 metri: tutto il mondo corre e questo risultato vale più della maggior parte degli ori, anche della stessa atletica. Dopo il quasi bronzo nei 5000, la sua vera gara pur essendo campionessa d’Europa anche sui 10000, la mezzofondista trentina ha retto senza problemi il ritmo delle africane. Cosa che in una gara tattica ci può anche stare, per quelle forti come la Battocletti, ma straordinaria è stata la sua reazione allo strappo violento dato a un giro dalla fine: sia a livello di passo sia di scelta tattica, tenendo coraggiosamente l’interno nonostante il rischio di prendersi una scarpata. Tutti si aspettavano la solita volatona Kenya-Etopia, con inserimento magari della Hassan, ma la Battocletti si è ribellata al copione e per qualche metro ha addirittura fatto paura alla Chebet per l’oro, chiudendo con un 30'43"35 che migliora di quasi 8 secondi il suo stesso record italiano stabilito agli Europei di Roma (e la stessa cosa aveva fatto con il rtecord dei 5000). Una medaglia da pelle d’oca, la quarta olimpica della storia per una mezzofondista italiana dopo quelle di Paola Pigni, Gabriella Dorio (che lì allo Stade de France l’ha abbracciata) e Roberta Brunet. È già qualcosa di grande, e forse l’inizio di qualcosa di grandissimo.

Non sarà l’oro di Tokyo, ma il quarto posto della 4x100 è di enorme spessore, un 37”68 ottenuto da un quartetto per tre quarti uguale a quello di tre anni fa ed uguale al 100%, andando meno lontano, a quello campione d’Europa lo scorso 12 giugno a Roma. I cambi Fra Matteo Melluzzo, Marcell Jacobs, Lorenzo Patta e Filippo Tortu sono sono stati di qualità, soprattutto quello fra Jacobs e Patta, e Tortu ha ricevuto il testimone prima degli avversari. C’erano le premesse per un altro clamoroso oro olimpico, anche perché gli USA avevano combinato l’ennesimo pasticcio della loro storia in staffetta, ma Tortu non era quella di Tokyo e forse nemmeno quello di Roma. Peccato perché con l'ultima frazionie splendida di De Grasse il Canada ha vinto con 37”50, proprio il tempo degli azzurri a Tokyo, ma realisticamente il bronzo che i britannici hanno vinto a 37”61 si poteva prendere. Grande risultato, che comunque non eviterà polemiche già striscianti, come quella sull'inserimento di Chituru Ali. Davvero giornata di staffette, perché c'erano anche le batterie delle 4x400: le ragazze, nella stessa identica formazione olimpica (Accame, Trevisan, Polinari, Mangione: unica differenza a Parigi l’inversione fra Trevisan e Polinari) agli Europei di Roma erano arrivate quarte con il record italiano di 3’23”40, ma ai Giochi sono state quinte in batteria ed eliminate in 3’26”50. Più lente di 3 secondi, un flop da cui sul piano individuale si è salvata soltanto la Trevisan. I ragazzi (Sito, Aceti, Meli, Scotti) a Roma erano inverce stati d’argento dietro al Belgio in 3’00”81 e a Parigi (Sito, Aceti, Sibilio, Scotti) hanno lottato bene chiudendo il 3’00”26, primi degli esclusi, poi la squalifica della Nigeria per invasione di corsia li ha mandati in finale insieme al Sudafrica danneggiato.

L’enormità del risultato della Battocletti e il peso specifico di quello della 4x100 toglieranno un po’ di luce mediatica al bronzo di Andy Diaz Hernandez nel salto triplo, di fatto un campionato cubano fra cubani al 100% e passaportati in pedana per altre nazioni, come Pichardo, Diaz Fortun e anche il nostro, alla fine terzo con 17.64. È la terza medaglia della nostra atletica a Parigi, ma se vogliamo essere onesti bisogna dire che si tratta di una medaglia di cui essere poco orgogliosi, frutto di una campagna acquisti non diversa da quella di un Bahrein o di un Qatar (o di Spagna e Portogallo, per stare sul triplo). Insomma, una medaglia che assegneremmmo a Cuba, che ha formato Diaz, come del resto la Gran Bretagna aveva formato atleticamente Fiona May.

Il terzultimo giorno di Parigi 2024 è stato anche il giorno dell’enorme amarezza per il quarto posto dell’Italia maschile di pallavolo, battuta in tre set dagli Stati Uniti nella finale per il bronzo, anche se questo 0-3 è stato molto più lottato e con più occasioni perse di quello subìto dalla Francia in semifinale. Se pensiamo anche ai primi tre set contro il Giappone nei quarti, prima della straordinaria rimonta, si può dire che tre indizi facciano una prova: nelle partite senza domani l’attacco dell’Italia di De Giorgi, campione del mondo con lo stesso allenatore e quasi gli stessi giocatori, bisogna ricordarlo, viene ormai letto troppo bene dagli avversari, e non è che Michieletto e Romanò tirino meno forte. Nessun processo perché il movimento è valido e la nazionale giovane, ma una riflessione tecnico-tattica di chi è competente, quindi non nostra, ci vuole.

Resterà nella storia la protesta dell’Italia della pallanuoto prima della semifinale per i posti dal quinto all’ottavo: spalle girate agli arbitri durante l’eseuzione degli inni e primi 4 minuti di partita giocati in 6, a ricordare l’assurda espulsione di Condemi contro l’Ungheria. Al di là delle motivazioni della protesta, che sarebbe giustificata soltanto nel caso di notizie circa la malafede di arbitri e dirigenti (magari è davvero così, non lo sappiamo ma non lo si può escludere), mai in una Olimpiade l’Italia è stata così lamentosa nei confronti degli arbitri, dalla scherma alla boxe, dal judo appunto alla pallanuoto. E meno male che il calcio non riesce a qualificarsi per dare il suo contributo… La parte divertente di questo delirio nazionalistico è che addetti ai lavori che fino a due settimane fa si riempivano la bocca con una fantomatica ‘cultura sportiva’ ed una ancora più fantomatica 'cultura della sconfitta' adesso siano passati al “Malagò deve farsi sentire”, come si sente al bar. In realtà mai come sotto al gestione di Malagò l’Italia sportiva è stata potente, come dimostrano gli eventi organizzati, non ultimo le Olimpiadi invernali del 2026.  

La più grande impresa sfiorata dei Giochi rimarrà quella della Serbia contro gli Stati Uniti, nella semifinale della pallacanestro maschile, dopo essere stata sopra anche di 17 punti. Finale USA-Francia per un torneo poco emozionante, anche se stava per generare una sopresa enorme: e magari senza quell’azione da 6 punti (fallo di Jokic su Anthony Davis mentre Durant segnava da tre, palla agli USA e altro canestro da tre di Booker) saremmo qui a sprecare aggettivi per una Serbia che contro l’Australia nei quarti si era trovata nella situazione opposta. Siccome però questa è una rubrica sugli atleti italiani ci chiediamo quando l’Italia della pallacanestro tornerà ai Giochi, mancati 4 volte nelle ultime 5 occasioni al maschile, con l’ultima partecipazione al femminile che risale addirittura al 1996. Una domanda sorge spontanea, avendo seguito i divertenti tornei 3x3 vinti di Olanda e Germania, con giocatori e giocatrici che nel 5x5 di fatto non esistono o sono ex: perché la FIP non mette in piedi due nazionali 3x3 ambiziose e con gente del piano superiore, con l’idea di Los Angeles 2028? In fondo i giocatori veri nel torneo erano pochissimi (Sokolowski nella Polonia, per dirne uno conosciuto in Italia, ma anche il culto Jimmer Fredette negli USA) ed un progetto minimamente serio sarebbe subito da medaglia. Qualche tentativo in passato, con Spissu e Toté, era stato fatto.

Con la medaglia d’oro di Chiara Consonni e Giorgia Guazzini nell’americana l’Italia ha raggiunto 11 ori e quindi in questo senso superato Tokyo. Poi con l’argento della Battocletti, il bronzo pur asteriscabile di Diaz, quello di Simone Alessio nel taekwondo, quello di Antonino Pizzolato nel sollevamento pesi e quello di Sofia Raffaeli nella ginanstica ritimica, la squadra azzurra ha raggiunto 36 medaglie (ci sono anche 12 argenti e 13 bronzi), 4 meno rispetto a 3 anni fa. In realtà 3, contando come minimo l’argento per l’Italia di Velasco. Si avvicina il momento dei bilanci e già ci assalgono la trsitezza ed una crisi di astinenza preventiva.

stefano@indiscreto.net

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