37 anni non sono una cifra tonda, di quelle che si usano per celebrazioni e operazioni nostalgia, ma lo stato attuale dell'atletica italiana impone di ricordare il suo record del mondo arrivato più in là nel tempo, fino al 1996. Non serve a rimpiangere il passato, ma a ricordare che Pietro Mennea emerse in un contesto in cui la velocità già era dominata da Stati Uniti e paesi caraibici, con significative presenze (da Borzov in giù) di campioni dell'Est europeo. Era il 12 settembre 1979, Universiadi di Città del Messico in uno stadio semideserto come spesso capita nelle grandi manifestazioni in paesi calciocentrici (tipo anche il Brasile, come si è visto...). Il record da battere era il 19''83 di Tommie 'Jet' Smith, ottenuto ai Giochi del 1968 sempre a Città del Messico, impresa in qualche modo oscurata dalle immagini della premiazione con il pugno alzato (tornato di attualità, fra l'altro, basti pensare alla prima giornata della NFL). Da ricordare che Mennea, nei 200 già bronzo olimpico a Monaco '72 e campione d'Europa 1974 e 1978, all'epoca aveva 'soltanto' la decima prestazione all time, parlando di cronometraggi elettrici: un 20''11 che non era nemmeno record europeo (detenuto da Borzov con 20''00). Mennea diventò primatista europeo già in batteria, con 19''96, fatto in ottava corsia, quarta prestazione di sempre. In semifinale il primo assalto al record del mondo, con il 20''04 per le sue ambizioni mezza delusione. Il 12 settembre finalmente il record: il 19''72 tuttora record europeo, con una progressione mostruosa dai 120 ai 160 metri e il secondo classificato, il polacco Duneki, a 20''24, come a rimarcare l'eccezionalità dell'impresa. Poco dopo insieme a Lazzer, Caravani e Grazioli ottenne il primato italiano della 4 per 100 con 38''55, settimo tempo all time. Il tutto 8 giorni dopo il 10''01 sui 100 metri che è tuttora record italiano e in un'epoca in cui già si dava per scontata la superiorità degli atleti neri. Insomma, ricordare Mennea e il suo percorso non riguardo soltanto il passato, ma anche il presente. Uno come lui ci manca, ma ancora di più ci manca uno con la sua mentalità e la sua ambizione.
Twitter @StefanoOlivari