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Day Nine: The Championships - Wimbledon 2024

LONDON, ENGLAND - JULY 09: Jannik Sinner of Italy reacts as he plays against Daniil Medvedev in the Gentlemen's Singles Quarter Final match during day nine of The Championships Wimbledon 2024 at All England Lawn Tennis and Croquet Club on July 09, 2024 in London, England. (Photo by Sean M. Haffey/Getty Images)© Getty Images

L'oro di Sinner

Parigi 2024, giorno 1: il forfait del numero 1, il senso delle Olimpiadi, l'invasione del Marocco, il calcio al minimo, l'Italia militarizzata e l'invidia per Caitlin Clark

24 luglio

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Le Olimpiadi di Jannik Sinner non sono ancora iniziate, ma sono già finite. Nessuna Sinnermania mediatica a Parigi 2024, e purtroppo in concreto nessun Sinner. Che dopo il quarto di finale di Wimbledon perso con Medvedev ed una breve vacanza con la fidanzata Anna Kalinskaya si era allenato per una settimana, ma non era mai davvero stato bene. La spiegazione ufficiale della tonsillite è discutibile, non perché siamo tutti medici di Google ma perché ci sarebbe stato ancora qualche giorno per guarire ed eventualmente entrare in forma durante il torneo, come Djokovic e Nadal hanno fatto mille volte. E così dopo il no a Tokyo l’assenza forzata a Parigi: il numero 1 del mondo non sembra scaldarsi troppo per i cinque cerchi, ma la rabbia disperata con cui altri numeri 1 hanno inseguito (Federer) e stanno inseguendo (Djokovic) l’oro olimpico in singolare avrebbe dovuto consigliarlo diversamente. Poi è chiaro, se uno sta male non può e non deve giocare. Di sicuro Sinner non può essere a giorni alterni eroe nazionale, in Davis o agli Australian Open, o traditore della patria se cerca di giocare solo quando sta bene. Su tutto c’è che i tennisti di solito devono pochissimo alla nazione che rappresentano, sono imprenditori che rischiano in prima persona sul mercato e non mantenuti che devono ringraziare il colonnello o il maresciallo dopo un’eliminazione in batteria. Sul piano strettamente tennistico ci sta che Sinner abbia deciso di guarire bene e di presentarsi al top nelle settimane che precedono gli US Open sull’amato cemento. Vederlo il 6 agosto in campo a Montreal sembrerà strano, ma non è fantatennis perché sulla carta il programma di Sinner è questo. Non è una scelta troppo diversa da quella del 2021, presa con un altro allenatore (Piatti) e da un altro Sinner. La vicenda è stata tirata troppo in lungo, superando il termine (20 luglio) per la sostituzione di un singolarista con un nuovo tennista? Ora il posto di Sinner in singolare sarà preso da Vavassori, già iscritto per i doppi, e non dal più meritevole Cobolli. Ma sono pensieri che scompaiono di fronte a quello più semplice: l'Italia ha perso il suo sportivo più famoso, al di là di una medaglia che sarebbe comunque stata dura da conquistare. E meno male, con il senno di poi, che a metà aprile Sinner aveva detto no all'idea di fargli fare il portabandiera alla cerimonia inaugurale. 

Hanno ancora senso le Olimpiadi? Nel giorno in cui sono iniziate le gare della dell’edizione numero 33, la trentesima fra quelle effettivamente disputate, la domanda è d’obbligo e la risposta è un grosso sì. Ci riferiamo all’aspetto sportivo, senza inerpicarci in analisi geopolitiche e finanziarie, anche se è evidente che i Giochi siano anche politica. La realtà è che per quasi tutti gli atleti delle 39 discipline (32 invece sono gli sport) presenti a Parigi le Olimpiadi rappresentano il massimo, almeno come prestigio. Discorso scontato per gli sport che senza la presenza olimpica non esisterebbero, come il tiro con l’arco e il pentathlon, ma anche per quelli che hanno una vita e un loro successo anche durante il quadriennio come pallacanestro, pallavolo, atletica, nuoto. Particolare il discorso per il tennis, tornato ai Giochi da Seul 1988 dopo l’edizione dimostrativa di Los Angeles, e per il ciclismo che da Atlanta 1996 ha i professionisti. L’oro olimpico non vale Wimbledon, ma quasi (quasi, ripetiamo) tutti i tennisti ci tengono molto ed anche Djokovic lo vive come qualcosa che manca alla sua carriera. Stessa cosa per il ciclismo, almeno per quello su strada visto che invece la pista ha i Giochi come punto d’arrivo: l’eventuale oro di Parigi per gli addetti ai lavori non vale una Parigi-Roubaix, ma anche in questo caso i campioni ci tengono e le assenze clamorose, come quella di Pogacar, sono figlie di diverse motivazioni.

Insomma, l’unico sport olimpico in cui l’oro olimpico vale pochissimo è il calcio, che proprio oggi è partito con un incredibile Argentina-Marocco, a Saint-Etienne. Marocchini in vantaggio 2-0 per la gioia del pubblico quasi tutto dalla loro parte, nel senso di composto in gran parte da tifosi marocchini, poi rimonta degli argentini incattiviti per i fischi all'inno. Gol di Giuliano Simeone, 2-2 segnato nel recupero e poi caos totale, con ben sette invasioni di campo. Partita sospesa per due ore, intanto il VAR ha decretato che il pareggio di Medina è irregolare. Sembra che abbia vinto il Marocco 2-1 e già dire 'sembra' è grave... Sicuro il ricorso argentino e giustificata la furia di Mascherano per una partita interrotta più volte e chiaramente irregolare. Caso sportivo ma anche politico, perché il Marocco (con i suoi tifosi, spesso formalmente francesi) deve giocare almeno altre due volte.  

Al di là di questo caos e della sofferta vittoria della Spagna sull'Uzbekistan, mentre la Francia ha battuto gli Stati Uniti nettamente per il punteggio ma in realtà soffrendo anche lei, per il calcio un'altra Olimpiade difficile. E non soltanto perché gli uomini sono Under 23, quasi 24 (bisogna essere nati dopo l’1 gennaio 2001), più tre fuori quota mentre fra le donne l’età è libera, ma perché lo stesso governo del calcio ha sempre boicottato i Giochi per evitare qualsiasi prospettiva che diventassero un Mondiale bis, come ad esempio accade nella pallavolo. A questo giro colpisce il livello basso dei fuoriquota, a partire da quelli della Francia: il parigino Mbappé ha scelto a malincuore di ubbidire al Real Madrid, così Henry ha dovuto accontentarsi di Lacazette che lo ha subito ripagato. Un po’ più alto il livello dell’Argentina con Julian Alvarez, ma è incredibile che in un paese del genere non si sia trovato niente di meglio rispetto a Rulli e Otamendi. Nemmeno la Spagna ha fuoriquota scintillanti ma insieme a Francia e Argentina (vedremo il risultato con il Marocco...) è la favorita, con i suoi tanti giovani in rampa di lancio, anzi già ben lanciati, da Alex Baena e Pau Cubarsì, passando per Fermin Lopez e tanti altri. Il Brasile di Endrick non ha passato il preolimpico, ma è stato un caso. Meno strano che per la quarta Olimpiade consecutiva sia assente l’Italia, con i fallimenti che portano la firma di Ferrara, di Di Biagio e di Nicolato anche se ovviamente le colpe sono da distribuire.

In questa rubrica quotidiana il Guerin Sportivo proverà, senza riuscirci perché la magia delle Olimpiadi è che ognuno ne trae sensazioni e ricordi diversi, a trovare il senso di tutto ciò che seguiremo a tempo pieno, cercando di evitare la retorica sul taekwondo, il fioretto o il breaking. Perché non è che tutte le medaglie abbiano lo stesso peso, anche se per tre settimane sarà impopolare dirlo. L’Italia con il 70% di atleti militari, il doppio rispetto a 20 anni fa, e ben messa in molte discipline-medaglificio (soltanto nella scherma molti prevedono 5 o 6 ori), ha ottime battere il suo record di 40 medaglie, stabilito proprio 3 anni fa a Tokyo, e quello dei 14 ori di Los Angeles 1984. Inutile dire che il difficilissimo oro di Jacobs e quello possibile di una dalle due squadre di pallavolo, che sarebbe il primo della storia, oscurerebbero tutto il resto ed è giusto così perché chi esce da una selezione durissima vale di più rispetto a chi emerge fra quattro gatti, oltretutto con il doping dello stipendio statale.

Fino alla fine abbiamo sperato in un cambio, adesso è definitivo. Fra i grandi protagonisti di Parigi 2024 non ci sarà Caitlin Clark, a pensare bene vittima della logica dell’anzianità di servizio (spiegazione che ci sta, visto che la più giovane convocata ha 27 anni) e del non bruciare i giovani, a pensare male (ed è così che la pensiamo) di invidia per la sua visibilità mediatica e di malcelato razzismo. Quattro giorni fa l’All-Star Game della WNBA, roba di solito indigeribile come l’equivalente maschile, con lei e Angel Reese, anche lei supertalento emergente, in campo nel Team WNBA che ha giocato contro la nazionale olimpica, ha battuto ogni record di audience per una partita femminile. A Parigi una enorme occasione persa non per gli USA, che l’oro lo vinceranno comunque fischiettando, ma per la pallacanestro femminile che avrebbe potuto catturare l’attenzione di bambine generaliste davanti al televisore.

stefano@indiscreto.net

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