Pennetta-Vinci finale degli U.S. Open: dal punto più alto della storia del tennis italiano sembra passato un secolo, eppure era soltanto un anno fa. Per questo la prima edizione di Flushing Meadows con il tetto (costo 150 milioni di dollari, negli Slam soltanto Parigi è rimasta in balìa della pioggia) sarà un'ottima occasione per fare il punto sul tennis italiano, limitando però il catastrofismo. Perché la Pennetta non c'è più, la Vinci (primo turno oggi) ha molti problemi fisici ed il resto, sia al femminile che al maschile, non è onestamente da corsa nemmeno sfruttando buchi nei tabelloni. Senza ammorbare con quelle statistiche che ormai hanno un po' stancato, può essere sufficiente ricordare che l'unico uomo italiano ad avare raggiunto a New York le semifinali è stato Corrado Barazzutti (era il 1977, ultimo anno a Forest Hills e sulla terra battuta, l'attuale capitano di Davis e Fed Cup, perse con un Connors al suo peggio come correttezza), mentre prima di Pennetta e Vinci soltanto la Errani era riuscita ad arrivare così in alto: semifinale nel suo magico 2012, prima italiana a riuscirci nell'era Open. Parliamo sempre di uno sport individuale e praticato in tutto il mondo, dove non conta il peso politico ma soltanto i meriti. Ma venendo all'attualità, quali sono le reali prospettive 2016 degli italiani?
Nel quarto di finale teorico Djokovic-Cilic non ci sono italiani, mentre scendendo, in quello Nadal-Raonic, troviamo subito il declinante Andreas Seppi (primo turno con Robert) la cui corsa dovrebbe concludersi al secondo turno proprio contro lo spagnolo. Nella parte Wawrinka contro Thiem, la più interessante come presenza diffusa di talento, da segnalare Fabio Fognini che al primo turno avrà Gabashvili e al secondo uno tra Ferrer e Dolgopolov: difficile, pur parlando di giocatori battibilissimi dall'azzurro, che in ogni caso al terno turno saluterà il torneo dopo essersi confrontato con le bombe di Steve Johnson o di Del Potro. Già bravo Alessandro Giannessi ad essersi qualificato: difficile sopravviva a Kudla, in ogni caso al secondo turno avrà Wawrinka. Nel quarto Murray-Nishikori l'altro italiano uscito dalle qualificazioni, Thomas Fabbiano, ha un'opportunità con Khachanov, ma poi avrà subito Nishikori, mentre Paolo Lorenzi può passare il primo turno con Berlocq prima di trovare Simon.
Fra le donne ci sono valori meno definiti, soprattutto per quanto riguarda le primissime (Serena Williams esclusa, se avesse ancora voglia), ma ugualmente poche speranze. Nel quarto Williams-Halep Karin Knapp vincendo con la Larsson potrebbe guadagnarsi un secondo turno con la Ivanovic e compiendo un'impresa un terzo proprio contro Serena, mentre Camila Giorgi pur potendo tutto non parte certo favorita al primo turno con la Stosur: dovesse battere l'australiana avrebbe la strada spianata per un ottavo contro la Williams. Nessuna italiana nel quarto Venus Williams-Radwanska, mentre in quello Muguruza-Keys troviamo Francesca Schiavone (primo turno proibitivo, con i rapporti di forza attuali, contro la Kuznetsova). Nel quarto Vinci (speriamo)-Kerber la strada dell'italiana è insidiosa ma non impossibile: dopo la Friedsman potrebbe avere la McHale e il suo servizio al secondo turno, con la Doi o la Lisicki al terzo e probabilmente la Cibulkova agli ottavi: tutte ragazze battibili dalla Vinci 2015, forse anche da quella attuale. Sara Errani al primo turno ha la Rogers, al secondo la Golubic e poi la Kerber: è numero 28 del mondo, quindi una delle migliori o al mondo nel proprio mestiere (e questo va sempre ricordato), ma come quasi tutti i tennisti italiani in campo pare avere già dato il meglio.
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