Giornale di critica e di politica sportiva fondato nel 1912
Leggi Guerin Sportivo
su tutti i tuoi dispositivi
Il numero 1 del mondo ha stravinto a Torino, ennesima impresa storica di una stagione pazzesca con due Slam e tantissimo altro, compresa la vicenda Clostebol. Un anno da chiudere con la Coppa Davis...
Il clamoroso trionfo nella ATP Finals di Torino rende il 2024 di Jannik Sinner difficilmente superabile anche da Sinner, a meno che in uno dei prossimi anni conquisti tre o addirittura tutti e quattro i tornei dello Slam. Trionfo clamoroso non perché abbia sovvertito un pronostico, anzi con Alcaraz all’80% era il grande favorito, ma per le proporzioni e la facilità con cui ha disposto di De Minaur, Fritz e Medvedev nel girone, di Ruud in semifinale e ancora di Fritz in una finale che il marketing ATP avrebbe voluto con Alcaraz o almeno Zverev. Ma nel tennis vince sempre chi quel dato giorno merita di più ed è per questo che poco si presta a discussioni, recriminazioni, complottismi.
Dei suoi avversari di Torino quello che ci ha creduto di più è stato proprio Fritz, che sia nel girone sia in finale ha perso con un doppio 6-4 che non gli rende giustizia, perché diversamente dagli altri forti (anche da Alcaraz, che però ha più armi) lui non accetta gli schemi di Sinner, a costo di prendere rischi estremi con i colpi di inizio gioco. Sempre in spinta, sempre al limite. Ma Sinner è semplicemente troppo, per tutti tranne che per un Alcaraz al 100%. Oggi come oggi Sinner riparte favorito agli Australian Open e agli US Open, Alcaraz al Roland Garros e Wimbledon, per dire il livello delle discussioni che si stanno facendo e stannno quasi dando assuefazione a generazioni di appassionati che fino a pochi anni fa esultavano per due turni superati da un italiano in uno Slam.
Questo armamentario ideologico, di qualsiasi segno, da tifosi verrà tirato fuori quando il TAS di Losanna deciderà in merito al ricorso della WADA per la vicenda del doping al Clostebol, su cui è già stato scritto tutto tranne le cose più importanti: i tempi (la logica dice prima degli Australian Open, quindi nella seconda settimana di gennaio) e l’eventuale squalifica, per una vicenda che non è esattamente uguale al 100% ad altre precedentemente sanzionate o trascurate. Un Sinner condannato in maniera lieve, magari con il trucco ‘calcistico’ di tre mesi che non gli facciano perdere Roland Garros, Wimbledon e US Open, sarebbe un pareggio, tutti gli altri esiti generebbero polemiche a non finire. Anche fra gli stessi colleghi di Sinner, finora quasi totalmente (in pubblico) dalla sua parte ma domani chissà: a forza di trovarsi di fronte un muro di gomma, che tira ogni colpo molto più forte anche del sé stesso di un anno fa, un fenomeno contro cui non funziona niente come visto a Torino, più di qualcuno avrebbe la tentazione di dare questa giustificazione alle sue sconfitte.
Un pensiero che è anche di Sinner, come da mesi si nota per la mancanza di sorrisi e di condidenza, al di là dei quella imposta dai suoi mille sponsor e che lui gestisce raccontando con intelligenza il nulla. Ha 23 anni, due Slam vinti, la Coppa Davis, mille altre cose, ma questa vicenda lo ha comunque segnato e la retorica patriottarda potrà vendere meglio un prodotto al pubblico generalista, trascinato da VIP che hanno capito che adesso il tennis è di moda, ma non guarire le ferite nell’anima di un ragazzo serio e positivo che vive da professionista da quando ha 13 anni e che ha dato tutto per diventare numero 1 del mondo. Esattamente come mille altri che non lo sono diventati, peraltro. Insomma, con questa spada di Damocle sulla testa capiamo più l’amarezza di Sinner che questi meccanismi mediatici alla Tomba, con il culto della personalità che viene spacciato per cultura sportiva. Detto questo, Sinner potrebbe ritirarsi anche stasera e rimarrebbe comunque uno dei più grandi sportivi italiani di tutti i tempi.
Ma non si ritirerà stasera, perché il suo 2024 potrebbe finire ancora meglio, con il bis in Coppa Davis a Malaga, con i convocati adesso ufficiali: Sinner, Musetti, Berrettini, Bolelli e Vavassori. Esordio giovedì pomeriggio con l’Argentina, nell’eventuale semifinale sabato la vincente di Stati Uniti-Australia, nell’eventuale finale di domenica magari la Spagna di Alcaraz e dell’ultimissimo Nadal. La presenza di Bolelli e Vavassori, usciti delusi dalle loro Finals, è puramente teorica perché nel caso il doppio fosse decisivo (quindi giocato sull’1-1) è quasi certo che Volandri si giocherebbe Sinner con un altro, probabilmente Berrettini per il quale ha avuto un occhio di riguardo anche nei momenti peggiori. Del resto già nel trionfo dell’anno scorso Sinner fece anche il doppista, insieme a Sonego e anche molto bene, contro l’Olanda nei quarti e la Serbia di Djokovic in semifinale. Un fenomeno anche nel reggere le pressioni, del tutto degno dei tre grandi del ventennio che sta terminando, con tutto il rispetto per Djokovic. Nessuno può sapere fino a quando le potrà reggere, ma il 2024 di Sinner rimarrà per l’eternità.
stefano@indiscreto.net
Condividi
Link copiato