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Novantesimo Minuto ha riaperto i battenti, con molte novità rispetto alla passata gestione, ma con pochi miglioramenti, anzi...

Redazione

13 settembre 2010

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Chiamiamolo “Novantesimo sminuito”. Chiarirebbe che la Rai è riuscita ad ammazzare la sua trasmissione calcistica di punta. Anzi, siamo onesti, a darle il colpo di grazia: i fendenti inflitti da Sky, spezzatino, scandali e trasformazione della società italiana avevano ridotto “Novantesimo minuto” al fantasma di se stesso. L’unica strada possibile, per non vivacchiare di briciole Auditel, poteva essere un ritorno al passato, ma coi mezzi tecnici attuali: vecchia sigla (non solo la musichetta, anche l’immagine dello stadio che si riempie) e telecronisti strapaesani anzichenò, anche se geni come Bubba, Carino, Gard e Castellotti mica si inventano a tavolino. La scelta di Galeazzi come opinionista sembrava il primo passo all’indietro. Invece, una tragedia. Via Bisteccone, il punto tecnico è stato affidato a Jacopo Volpi, leccato e grigio come ormai il suo caschetto di capelli, stimolato - scusate la parola, quantomai inadatta - da quel brillantone di Franco Lauro. Consapevoli della letale noia dello studio, ecco allora che i cervelloni Rai hanno avuto la brillante idea delle urla degli inviati, uniformandosi all’emotività che è ormai la chiave e il problema dell’informazione attuale, che non trasmette più informazioni, ma emozioni. L’ispirazione è venuta da quel che pochi anni fa faceva Fabrizio Failla, che fingeva enfasi sui gol che raccontava, come se stessero accadendo in quell’istante. Così ora tutti i giornalisti spediti sui campi, poveracci, devono fare una telecronaca in diretta e integrale, come i colleghi di Sky, senza però andare in onda. Alla fine fanno taglia e cuci dei momenti salienti, lasciando il commento originale. In sostanza, una faticaccia dell’ostrega per partorire una serie di grida enfatiche su gol e occasioni, senza un pelo di analisi tecnica e tattica. Il tutto voluto da chi ha appena tolto la moviola per scegliere un’informazione pacata e meditata. Fossimo sulla tv satellitare potremmo parlare di Skyzofrenia. Essendo in Rai probabilmente non c’è più niente da dire.

Livio Balestri

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