Le nazionali, ultimo rifugio di un calcio basato sull'appartenenza invece che sulla convenienza, stanno rapidamente diventando una barzelletta. Ultimo caso la Serbia che ha appena naturalizzato Gabriel Cleverson Cordova, detto Cleo, attaccante brasiliano del Partizan di Belgrado.
Nessun antenato tarocco, nessun matrimonio di comodo: la decisione è stata presa direttamente dal governo serbo (dal ministro degli Interni Ivica Dacic). Il venticinquenne Cleo risiede in Serbia fin da quando era bambino, potrebbe pensare qualcuno. Invece ci è arrivato solo nel 2008, dopo una carriera in patria (dove la patria è il Brasile) trascurabile e la grande occasione capitatagli prima alla Stella Rossa e poi al Partizan: primo giocatore dopo un ventennio a effettuare questo passaggio (l'ultimo era stato il centrocampista Goran Milojevic nel 1988).
Va detto però che a meno di certificati di residenza falsificati Cleo non potrà giocare contro l'Italia, perché le regole FIFA impongono cinque anni di residenza prima di poter rispondere alle convocazioni della 'nuova' nazionale.